venerdì 26 giugno 2015

Cammino umano e spirituale


Intraprendere un cammino spirituale non è cosa semplice, è impegnativo e richiede il dispendio di molte energie e forza di volontà. Alla base di tutto, ci deve essere assolutamente il desiderio profondo di unirsi a Dio. Gesù aveva affermato con convinzione che l'unica opera che l'uomo deve compiere è quella di amare il Padre. Verissimo: sentirsi e, soprattutto sapere di essere amati dal Padre, è la base di tutto, come lo è in qualsiasi rapporto di amicizia.

Anche conoscere se stessi è molto importante, non per scoraggiarsi ma per conformare in modo sempre più perfetto la propria immagine a quella di Dio... tuttavia i protagonisti principali di questa vicenda non siamo noi ma Dio. Avere tale chiave di lettura è importantissimo perché capiremmo il diario esistente tra Dio e noi e non ci scoraggeremmo dei nostri difetti e limiti perché tale divario sarà colmato dall'amore immenso di Dio... se solo noi conosceremmo l'amore che Dio ha per noi, non avremmo così timore di affrontare i problemi della vita.

Sant'Ignazio di Loyola affermava che, se noi combattessimo con alacrità un difetto all'anno, faremmo sicuramente progressi da giganti.

Spesso non riusciamo a progredire perché non possediamo un metodo di combattimento. Sì, perché il nostro combattimento deve avere un vero e proprio metodo.

Il cammino spirituale è un vero e proprio combattimento! Se cerchiamo di sconfiggere tutti in una volta i nostri nemici spirituali, non riusciremmo sicuramente perché ci troveremmo a combattere su più fronti, disperdendo le nostre energie e non riuscendo così ad arginare l'invasione. Questa sarebbe una buona tecnica, ma siamo sempre più tentati di allontanare immediatamente tutti i nostri nemici. Non abbiamo la pazienza di aspettare, di sopportare e accettare i nostri limiti. Vorremmo tutto e subito...e invece Gesù ci ha esortato ad avere la pazienza dell'agricoltore.

giovedì 25 giugno 2015

Don Bosco


Simile alla storia della Montessori è quella di San Giovanni Bosco. Don Bosco ha dato a questa storia un senso cristiano. La sua azione si focalizzava nel recupero di giovani che, a causa dello sfruttamento, della miseria, potevano finire in una brutta strada e quindi privarsi del futuro. Ciò che fa crescere le persone è dar loro speranza, aver fiducia nelle loro capacità. È una strada difficile che non cerca il proprio plauso ma il bene esclusivo degli altri.

È chiaro che non sempre si raggiungeranno buoni risultati ma l'importante è seminare, perché il bene prima o poi si raccoglierà. Come è accaduto a Maria Montessori: coloro che finanziano la sua opera mandano via un ragazzo dalla sua scuola, ma lei non è d'accordo e lo rincorre per riportarlo indietro. Là Maria e i “potenti” si accorgono che la sua opera educativa aveva dato i suoi frutti, tutto in casa del ragazzo era in ordine... non solo, ma aveva insegnato a farlo pure alla mamma. A distanza di anni Maria Montessori insieme con il figlio vengono fermati sul treno da alcuni rappresentanti del regime fascista ma... provvidenzialmente, il “poliziotto” era proprio quel ragazzo, Giovanni, che la Montessori aveva voluto a tutti i costi nella sua scuola... e proprio Giovanni evitò il suo arresto e le salvò la vita.

venerdì 19 giugno 2015

Maria Montessori


Alle scuole superiori avevamo affrontato il metodo montessoriano ma, come avviene per tante cose, non si rileva abbastanza la portata di ciò che si apprende... eppure la carica di umanità di Maria Montessori non può passare inosservata. La storia drammatica della sua vita si snoda in una donazione costante per la redenzione e riscatto dei bambini minorati. Ciò che Maria Montessori insegnava, passava attraverso l'amore che nutriva nei confronti dei bambini e della fiducia che dimostrava nelle loro potenzialità e capacità.

La prima parte del film “Maria Montessori”, andata in onda giovedì scorso su TV 2000, descrive molto bene l'inizio della sua opera. Anche l'episodio della maternità di Maria, insegna qualcosa: la sua determinazione, l'amore che sa superare le difficoltà più grandi anche a costo di rimetterci la carriera e reputazione... il dolore di una madre costretta a lasciare temporaneamente il proprio figlio e a non trovarlo più quando lo va a riprendere. Quel che mi ha colpito di più della storia di Maria Montessori è l'amore con cui intesseva le sue opere. Tutto, infatti, è nato da un atto di compassione.

Maria accetta con sfida e con la sua solita determinazione il tirocinio tra i malati di mente. Questi vivevano in condizioni pietose e venivano accostati dai medici freddamente, quasi come soggetti esclusivamente da analizzare, come persone senza speranza nel futuro. Maria li vede principalmente come semplici persone, bisognose soprattutto di amore. In questa prospettiva si accosta ai bimbi ricoverati in psichiatria. Negli occhi di questi esseri da immobilizzare, con impulsi violenti da reprimere, Maria legge la paura, il desiderio di sentirsi amati. Spinta da compassione, domanda che questi bimbi escano dall'ospedale. Maria è convinta che in un altro ambiente possano compiere progressi, crescere più sereni, capaci persino di imparare a leggere e a scrivere . Così avviene!