domenica 24 aprile 2016

La misericordia

Spesso quando si è impegnati in un cammino di vita spirituale intenso, si fraintende il significato, il vero significato di esso. Infatti si confonde il perfezionismo per la santità. La santità non è affatto perfezionismo. Prima di tutto come spesso abbiamo riflettuto, la parola perfezionismo è una parola che finisce per ismo, il ché, come tutte le parole che finiscono per ismo, sono indice di qualche cosa di negativo. Infatti la santità è l'opposto del perfezionismo. Non è, non si tratta di non sbagliare mai. Si tratta invece di conoscere Dio in tutta la sua essenza, nella sua essenza di misericordia. Avere fede nella misericordia di Dio non vuol dire essere buonisti. Il buonismo, come abbiamo detto prima, non è una cosa così positiva come possiamo pensare. È un'altra parola che finisce con ismo e come tale va analizzata e compresa bene. Il buonista è colui che lascia tutto passare, che gli va bene tutto, anche gli errori più grandi. Ma la misericordia non è affatto questo. Bisogna comprendere  bene la differenza, in che cosa consista il peccato. Il peccato è comunque qualcosa che ci allontana profondamente da Dio. Spesso si dice che è una rottura del rapporto con Dio. Ma anche questo va compreso bene : Dio non rompe mai il legame che ha con noi, siamo noi che con il peccato ci allontaniamo da Dio. Infatti Adamo ed Eva, quando hanno commesso il primo peccato, quello originale, si sono allontanati  loro stessi da Dio. La dinamicità, la struttura del peccato è proprio questa. Noi commettiamo il peccato e ci sentiamo in colpa davanti a Dio, quindi ci allontaniamo. Ma come abbiamo detto prima, essere perfetti non vuol dire non commettere più peccati, non coincide con il perfezionismo. Vuol dire fare un salto di qualità proprio nel momento in cui noi siamo caduti : avere fede nel fatto che Dio non interrompe mai il nostro rapporto con lui solo perché abbiamo peccato. Dovremmo quindi avere fede nella misericordia di Dio. La santità consiste proprio in questo: avere fede nella misericordia di Dio, sfruttare quella imperfezione che ci ha fatto cadere per poterla offrire a Dio e usare con gli altri la sua misericordia nei nostri confronti.

domenica 17 aprile 2016

Vita dello spirito

Nessuna scienza ha mai potuto estinguere nel cuore dell'uomo il bisogno di eternità e spiegare come mai questo sia insito in esso. Infatti, da quando l'uomo esiste, ha un desiderio di infinito che si appaga solamente quando l'uomo si accosta all'Essere Supremo, all'essere che gli dona l'infinito.
Se andiamo a rivedere la storia degli antichi popoli, ci accorgiamo che essi avevano  la percezione che gli spiriti dei morti vivessero ancora fra di loro.
Questo è singolare, non si può spiegare semplicemente con la teoria di Darwin, quella dell'evoluzionismo. Per la teoria di Darwin, l'uomo subisce nel tempo un'evoluzione. Se però riflettiamo sulla storia, possiamo notare con molta facilità che l'uomo non ha mai risposto esplicitamente al suo desiderio di infinito. Il desiderio stesso e l'istinto primordiale della conservazione della specie, non può spiegare solamente un istinto naturale che l'uomo possiede in modo innato. Non si può infatti desiderare una cosa che non esiste. L'uomo ha desiderio della vita eterna. Nessuno può negare questo. I cristiani, infatti, hanno risposto a questo desiderio avendo fede in Gesù Cristo. Tale desiderio sembra appagato. Abbiamo fede perciò in Cristo, egli appagherà senz' altro il nostro desiderio d' infinito!