Stiamo assistendo impotenti ai grandi eventi catastrofici che interessano il Medio Oriente. In effetti si sta consumando una vera e propria tragedia umana, si stanno ledendo i più basilari diritti dell'uomo, come ad esempio quello della vita. Tante volte noi riteniamo scontate tante cose che abbiamo, dimenticando che il frutto della pace che stiamo assaporando, è dovuto al sacrificio di tante persone che ci hanno preceduto.
Pochi giorni fa ho
guardato parte di un documentario molto interessante trasmesso da
“Rai storia”. Riguardava la posizione dell'Italia nella seconda
guerra mondiale. Sono cose che non si studiano sui banchi di scuola,
gli autori dei libri pur essendo grandi studiosi, non possono
affrontare il discorso approfonditamente. Se un tempo la televisione
ha aiutato tanti analfabeti a imparare a leggere e a scrivere, adesso
aiuta a sviscerare o rendere più profonda la conoscenza che abbiamo
già. La nostra sete di sapere è un dono di Dio e la cultura non
deve servire a insuperbire la nostra mente, ma a renderla più aperta
e flessibile, idonei a guardare le cose dal punto di vista altrui.
Chi veramente sa, si accorge di non sapere un bel niente! Quante
volte anche Gesù ha affrontato questo discorso... “I farisei non
sanno di essere ciechi... se sapessero di essere ciechi, non
avrebbero colpa”.
Come tutti sanno,
l'Italia era alleata della Germania, ma in fin dei conti
quest'ultima, non l'ha mai considerata tale. Mussolini era affine a
Hitler anche se poi, di fatto, non ha mai partecipato in modo
sistematico all'olocausto degli Ebrei. Al momento dell'armistizio
firmato nel '43, i soldati italiani diventarono di fatto “nemici”
dei Tedeschi, senza saperlo. I soldati erano all'oscuro di tutto e
Roma non rispondeva alle loro domande. Si videro, perciò, internare
nei campi di concentramento tedeschi da una parte e russi
dall'altra... un esercito di più di 700.000 soldati. Il giornalista
ha domandato alla storica come mai i soldati italiani non si opposero
al loro internamento, erano tanti e preparati a combattere... La
studiosa ha risposto che i tedeschi erano stati molto astuti,
sapevano che prima o poi si sarebbero trovati in quella posizione nei
confronti degli italiani, in quanto questi non erano in grado di
stare al passo della Germania nazista e al momento della
deportazione, avevano fatto credere loro che, essendo finita la
guerra con la firma dell'armistizio, li avrebbero fatti rientrare in
Patria. Una volta internati, essendo prigionieri di guerra non
potevano godere dei diritti degli altri e quindi nemmeno della
scarcerazione. La situazione era molto difficile. Ridotti anche loro
a degli scheletri, al momento della ricostituzione del Fascismo con
la Repubblica di Salò, vennero posti davanti a un bivio fatale:
servire l'Italia fascista o morire di fame nei campi di
concentramento. La scelta del più degli Italiani e ci deve rendere
fieri di essere tali e di avere quel sangue nobile che scorre nelle
vene, decisero di sacrificare la loro vita nei campi di
concentramento: pochissimi si unirono nuovamente al Fascismo. Quello
che subirono i soldati italiani aveva tutti i connotati per essere
considerato un eccidio.
La pace che noi viviamo,
è frutto di questi sacrifici umani. Camminiamo su una terra bagnata
dal sangue di martiri per la fede e per la Patria e spesso,
purtroppo, dimentichiamo le nostre radici e sputiamo su quel suolo da
cui siamo stati tratti.
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