Gesù ha saputo della
morte di Giovanni Battista e si ritira in un luogo deserto,
solitario. Giovanni Battista ha additato l'Agnello di Dio durante la
sua vita, con le parole e la sua vita. Ha preparato la strada al
Messia. Così come ha fatto con le sue parole, la sua vita, lo fa
anche con la sua morte. Giovanni dà fastidio a chi conduce una vita
dissoluta e moralmente devastata. Non ha timore di denunciare il
marcio e per questo motivo, perde la vita. È precursore di Cristo
anche per questo. Anticipa con la sua la morte del Redentore.
Gesù non ha però il
tempo di ritirarsi per pregare o riflettere su ciò che era accaduto.
Profondamente umano, Gesù ha sicuramente sofferto per la morte di
Giovanni. Viene raggiunto da una folla affascinata da lui, una folla
che non esita a seguirlo anche nel deserto. Sembra sapere che ciò
che è più importante nella proprio vita non è ciò che perisce ed
è caduco, ma è proprio la Parola di Dio. Dio cura i suoi figli. Il
miracolo lo fa lui, ma si serve di ciò che l'uomo ha: dei pani e dei
pesci e delle mani che hanno gli apostoli e discepoli. La Parola di
Dio si fa pane concreto che nutre un popolo che ha sperimentato come
possa esistere un luogo senza tempo. Se si sta con Dio, tutto il
resto non conta.
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