Volevo soffermarmi, però,
su un altro aspetto che si sta vivendo in Iraq: la persecuzione dei
Cristiani. A volte non si pensa: noi cristiani potremmo essere
chiamati, tutti, a questa testimonianza e dovremmo prepararci giorno
per giorno per essere pronti a tale evenienza. È vero che il nostro
mondo, imbevuto di ateismo, ci offre un altro tipo di persecuzione,
tuttavia quella di sangue rimane quella estrema. Oltre ad essere
consapevoli di avere molti martiri per la Patria, lo siamo anche di
averne altri per la fede? Quanti! Tantissimi e a loro dobbiamo la
nostra spiritualità. Che dire che nemmeno di questo ci rendiamo
conto? Le nostre chiese si sono svuotate, coloro che dovevano essere
testimoni sono diventati codardi e sostenitori di una vita pressoché
mondana che poco ha di che spartire con la spiritualità se non una
facciata esterna fatta di parole ripetute all'infinito, gente che si
barrica nel proprio perbenismo spirituale, dimenticando che la
perfezione sta nell'amore! Gente che pensa che farsi vicino al
prossimo significa tenere lo stesso loro stile di vita. Quante volte
papa Francesco ha cercato di rompere il muro dei cattolici perbene
che non hanno più il coraggio di sporcarsi le mani ma sono diventate
aziende, come qualsiasi, che non sanno più dare vita, ma sempre più
spesso comunicano stanchezza, morte ed egoismo. Dovremmo prepararci,
sì, sempre, rispolverando le nostre radici, per poter conoscerci
meglio... Un giorno Cristo ha scelto Roma per espandere il suo
messaggio d'amore e di pace... Dovremmo esserne fieri, ma purtroppo
abbiamo dimenticato le nostre origini. Però qualcosa ridonda nel
modo di essere di noi italiani, se non altro per l'accoglienza e la
difficoltà con cui penetrano le idee atee nella nostra legislazione.
E riguardo all'accoglienza... è tutto chiaro: la tragedia di tanti
immigrati che preferiscono affrontare viaggi pericolosissimi su mezzi
di fortuna per approdare in un'Europa più fortunata economicamente
parlando... Il fatto è che non vorrebbero rimanere in Italia, il
loro viaggio dovrebbe continuare per stati che stanno ancor meglio
dell'Italia... Il “bello” è che nessuno di questi li ha accolti
o ha pensato di aiutare l'Italia nella sua difficile incombenza. Ma
siamo noi Italiani dei boia, da lasciar affondare quei barconi, senza
muovere un dito? Come potremmo? Gli altri stati si vantano del loro
benessere economico grazie alle loro leggi spietate, noi dobbiamo
vantarci della nostra accoglienza che sebbene non sia fatta sempre
più spesso a regola d'arte, ci ritornerà prima o poi, magari non
come i più si aspetterebbero... il bene che si fa non va mai perso e
sono sicura che ci ritornerà. Fiera di essere cristiana? Sì, certo!
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