Confidare in Dio non è
cosa sempre facile: uscire dai propri schemi per abbracciare la
mentalità e il progetto di Dio, significa fidarsi di qualcuno che ci
ama e vede meglio di noi. Abbiamo spesso meditato sul fatto che ciò
che ci accade non sempre è nella volontà di Dio, alla maniera di
Giobbe. Il buon Dio permette che ci capitino alcune cose affinché da
queste possa trarre un bene che tante volte noi non riusciamo a
scorgere. Non è un bene ciò che ci è accaduto, ma da questo ne
trae un bene senz'altro maggiore.
Dio spesso si nasconde,
non dà le cose che noi desidereremmo e chiediamo. Dobbiamo avere
pazienza (non è facile perché richiede di saper uscire da se
stessi), di attendere che Lui intervenga. Non si può dare una moto a
un bambino di due anni. Bisogna aspettare che diventi maggiorenne,
altrimenti, ammesso che riesca a salire sulla moto, provocherebbe un
incidente. Noi che tremiamo davanti alle insicurezze della vita, da
sempre, non riusciamo a entrare in tale discorso. Sì, perché
scordiamo che Dio è Padre. Da bambini, si aveva la sensazione che i
genitori fossero eterni, che loro solo potevano fare tutto ed erano
capaci di fare tutto; si aveva la sensazione della stabilità, che
fino a quando ci sarebbero stati loro, non ci sarebbe accaduto nulla
di male. È questo che Gesù intendeva quando affermava che solamente
chi diventa bambino entrerà nel Regno dei Cieli. I genitori sono
stati quelli che ci hanno nutrito quando noi sgambettavamo solamente
e parlavamo con qualche vagito. Incomprensibile agli inizi, i nostri
hanno imparato a capire quel linguaggio, a tenerci in braccio e a
lasciarci quando abbiamo cominciato a imparare a camminare. E siamo
caduti. Nonostante la loro presenza rassicurante, siamo caduti.
Rialzati, abbiamo faticato a riprendere il cammino. Non era volere
dei nostri genitori che cadessimo. Tuttavia, l'atteggiamento ideale
del genitore, sarebbe stato quello di non agitarsi e rassicurarci
della loro presenza. La caduta ci è forse servita a stare più
attenti. A capire fino a quanto dovevamo spingerci o cosa ci avrebbe
fatto del male. Dio è così. Si commuove e soffre per le nostre
cadute o sofferenze, che non erano volute da lui, tuttavia attende,
perché vede chiaramente che nell'anima si è attuata una metamorfosi
essenziale. Un poco come accade al bruco: bruttissimo quando è un
semplice vermetto che striscia sulla terra e non vede altro che
sabbia, fango, terra, ma nel suo lungo letargo, sa trasformarsi in
una bellissima farfalla colorata, capace di volare.
In questi ragionamenti e
meditazioni, si spiegano tante cose difficili, tanta cattiveria che
esiste e ferisce. Talvolta ferisce indelebilmente, rimane la
cicatrice e l'anima non riesce ad uscire dalla sua prigione.
Lasciamoci riconciliare con Dio. Le nostre ferite possono essere
lenite solamente con il suo balsamo.
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