Soffermiamoci adesso su
ciascuna lettura e riflettiamo in modo più approfondito.
La prima lettura è
quella tratta dal profeta Isaia. È rivolta a un popolo non ricco,
dedito alla pastorizia e all'agricoltura e quindi completamente
dipendente dalla natura e dal suo corso. Spesso attraversava il
deserto. Figure perciò fondamentali per questo popolo, ricorrenti
nella Bibbia, echeggianti la figura di Dio sono: roccia stabile (dune
del deserto); sorgenti d'acqua (aridità e siccità); cibo
(carestia)...
La figura ricordata in
questo brano è quella del cibo. Dio è quel cibo tanto desiderato
dal popolo, la sazietà che manca nei periodi di carestia. Dio è
quel cibo gratuito, conquistato senza la fatica del lavoro. È lui
che ha in mano la vita di ogni vivente! Troppe volte lo scordiamo.
Schiavi di una intelligenza umana che da una parte ci ha tolto da
tanti impicci, scordiamo troppo spesso che la nostra vita dipende
invece dalla provvidenza di Dio. Ciò di cui siamo circondati è
tutto dono Suo! Per questo motivo non sappiamo più ringraziarlo dei
suoi doni... e dimentichiamo che la nostra intelligenza è anch'essa
un dono di Dio che, se lui volesse, potrebbe riprendere in ogni
istante.
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