vie straordinarie, simili a quei sentieri bellissimi che attraversano le montagne: dietro a una curva, ecco che davanti al nostro sguardo si apre un panorama suggestivo, da mozzare il fiato. Ma bisogna camminare, non si può stare fermi in un punto. Ciò diventerebbe pericolosissimo per noi perché vedremmo un paesaggio incantevole, ma sarebbe sempre lo stesso e ci precluderebbe la possibilità di vedere le cose da un altro punto di vista e soprattutto di scorgere la vetta.
Siamo miseri, è vero, ma
la nostra meta deve essere la vetta. Da lì si può godere una vista
a 360 gradi, senza che lo sguardo sia ostacolato da altre montagne.
La fede osa laddove
l'uomo vede un ostacolo insormontabile. Nulla è impossibile a Dio.
Ciò dovrebbe incoraggiarci: la consapevolezza di essere nelle mani
di un Dio misericordioso che conosce, anche di noi stessi, più di
quello che noi sappiamo, dovrebbe spronarci a non avere timore, a
sperare contro ogni speranza. Il giudizio umano, spesso, non coincide
con quello di Dio e l'uomo, davanti a tale pensiero, dovrebbe
tremare. Dio non chiude nessuna porta, al contrario, al momento del
suo sacrificio sulla croce, ha lasciato che il suo cuore venisse
aperto e i suoi tesori venissero profusi all'umanità intera, anche a
chi non comprende e non desidera nemmeno accogliere l'amore di Dio.
Ci ha svelato il suo volto e mostrato il suo cuore. Non ha lasciato
nulla di sé nascosto agli occhi dell'uomo. Gesù, inoltre, ha
fondato la sua Chiesa sulla fede, sulla professione di fede di
Pietro. Tale concetto è molto importante: pure nel vangelo di
Giovanni si ricorda che l'opera più grande che può fare l'uomo è
“credere in Dio”. Su questo si fonda tutto il resto, la carità e
la speranza. È una fede che deve poi diventare vita, farsi carne
come Dio si fece carne in Gesù Cristo.
Nessun commento:
Posta un commento