Un film bellissimo che racconta la storia vera di una comunità di Cistercensi francesi. Mi è capitato di rivederlo dopo un bel po' di tempo... Lo avevo già visto, eppure le riflessioni conseguitevi sono state differenti. Il film è stato ispirato, quindi, da una storia vera, all'assassinio di un gruppo di monaci cistercensi di stretta osservanza da parte dei terroristi. Etienne Comar, lo sceneggiatore del film, era stato colpito dalla vicenda e quindi desiderò approfondire la storia e, soprattutto, rimase affascinato dai motivi per cui i monaci, nonostante incombessero i pericoli di una guerra civile, fossero rimasti in quel paese.
La comunità dei cistercensi che risiedeva in Algeria, è scossa significativamente dal dubbio: rimanere o no, in quella terra così sofferta. La scelta finale fu quella di rimanere. La scelta comportò poi, il sacrificio della stessa vita. Fa riflettere questo... Innanzitutto deve far riflettere maggiormente quando non è solamente una persona che muore martire, ma un gruppo di persone.
I monaci hanno maturato la scelta dopo momenti intensi di preghiera personale e comunitaria, cadendo nei loro difetti, provando paura di fronte alla morte, come, d'altronde, Gesù nell'agonia del Getsemani. Essi sono passati attraverso una vera crisi che li ha portati a decidere, insieme, di andare incontro al martirio. Erano unanimi nel parlare e nel pregare. Nel momento stesso in cui i monaci, accertato il pericolo di morte che correvano, hanno accettato di rimanere sul posto, hanno abbracciato il martirio, hanno già testimoniato la loro fede sino all'effusione del sangue. Ciò che mi ha colpito maggiormente nel film, è stato il momento in cui, mentre i monaci si trovavano a pregare in cappella, è passato un elicottero sulla città e quindi vi era il rischio imminente di un bombardamento o sparatoria. I monaci, non smettendo di pregare, si sono abbracciati fra loro, testimoniando di poter affrontare il martirio insieme, che tutti amavano Dio e la sua causa e che per questo sarebbero potuti andare incontro alla morte.
Dio chiede all'uomo se è disposto a morire per Lui. Andando via, i monaci non avrebbero peccato, ma, rimanendo, hanno testimoniato l'irrevocabilità della chiamata e il suo compimento e consumazione assoluti, in quel "sì" vissuto coraggiosamente fino in fondo. Questo testimonia che vi sono comunità capaci di vivere il Vangelo fino in fondo, che è possibile che un gruppo di persone si santifichi insieme, nonostante i propri difetti... La fede sposta le montagne.
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