Nel Rito della Santa Messa, dopo la recita del Padre Nostro, il Sacerdote prosegue da solo dicendo:"Liberaci, o Signore da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni; e con l'aiuto della Tua misericordia, vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo"
Alcuni sacerdoti cambiano la parola "turbamento" con "paura". I termini "timore - turbamento - paura" hanno sfumature differenti e non di poco conto. Il Signore non può assolutamente liberarci dalla paura, in quanto essa è un sentimento istintivo che ci preserva dai pericoli. Infatti, se noi non sentissimo mai paura, non avvertiremmo mai il senso di pericolo e, ad esempio, attraverseremmo la strada quando le automobili sarebbero in piena corsa, mettendo così a repentaglio la propria vita.
La paura è quel sentimento benefico, salutare, quel campanellino d'allarme che ci mette in guardia dai peri pericoli. Non deve essere eccessiva ovviamente, altrimenti bloccherebbe la persona e non le permetterebbe di fare azioni dalle quali può scaturire un senso di benessere e di gioia. Sentire il pericolo ad ogni istante sarebbe come rinchiudersi in una gabbia senz'alcuna libertà... ma a dosi giuste, la paura è un'ottima cosa. Il turbamento è un'altra cosa. Mentre la paura è a livello istintivo, il turbamento presume un ragionamento. Il turbamento è un timore profondo suscitato da una determinata situazione davanti alla quale ci sentiamo inadeguati. Può essere suscitato dalla tentazione interna o esterna. Il turbamento può portare alla perdita della pace interiore, il bene più prezioso dell'anima.
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