Mentre pregavo, giungeva al mio udito, come un'onda mugghiante sugli scogli, il rumore delle auto, del traffico convulso. Ero contenta di stare là, di fronte al Signore e non avere altro se non Lui. Scoprirmi imperfetta è un'umiliazione, forse duole più l'amor proprio che altro, perà come mi ha fatto notare, si deve agire solamente per gloria sua e non per essere lodati dalla gente. Ci vuole fede, tanta fede. Dio non è passato di moda. Non è un palliativo delle varie sofferenze, perché la vera fede, in verità, non ricerca nemmeno la gioia o la pace. Certo, nei tempi di povertà l'uomo cercava maggiormente Dio e se da una parte forse era vero, era per cercare conforto e aiuto, dall'altra penso che, a differenza di noi che abbiamo tutto, erano più abituati a riflettere, a vedere i miracoli della natura e del giorno che nasce. Noi non abbiamo tempo di riflettere, incalzati da ogni dove, da stimoli sempre più accecanti e abbaglianti che feriscono il nostro cervello, così come una luce intensa ferisce la nostra vista e ci rende ciechi, incapaci di vedere la sofferenza altrui e di riflettere sul nostro destino, chi siamo, dove andiamo. E poi, questa società dimostra di aver più bisogno di Dio rispetto a quella del passato, infatti sono aumentati i depressi e i casi di suicidio. Non si ha più bisogno di Dio? No! Si ha più bisogno, ma non si ammette, è questa la differenza, e così si va ancora di più alla deriva, come barche senza timone, sballottate dai violenti marosi e colpiti dal vento impetuosi, con il rischio di affondare da un momento all'altro, inghiottiti dai flutti, soffocati dal nostro stesso egoismo...
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