Qualche volta capita che leggendo la storia di qualche santo, ci s’infervori, si desideri imitarne le virtù. Chissà cosa accadrebbe se analizzassimo sinceramente i nostri sentimenti e quindi il motivo per cui si desidera imitare quella vita. Qualche volta sono proprio gli elogi fatti dagli autori a spronarci all’imitazione e non tanto il fatto che quella persona ha amato Dio più di tutta la sua vita. È positivo comunque, d’accordo: la lettura della vita dei santi è sempre costruttiva. Da una cosa ne può nascere un’altra, non sempre si comincia con la retta intenzione, ma poi la pace, la dolcezza che ne conseguono, si comincia ad amare Dio sempre più, fino poi ad arrivare alla purezza dell’amore. La lettura della vita dei santi sprona, gli esempi che loro ci danno, sono meravigliosi, ci riempiono di entusiasmo, ma poi, quando la purificazione del dolore bussa alla porta della vita, ecco che ci si accorge che la strada della santità è davvero quella strada stretta descritta da Gesù. Gli onori e i complimenti che si leggono sui libri non sono altro che pallide chimere… e poi, la vera santità si basa sull’umiltà e non su una pseudo - umiltà.
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