sabato 28 marzo 2020

Riflessione sulla condivisione delle notizie

Spronata da alcuni post su Facebook dove ho un profilo personale e una pagina che gestisco, ho cominciato a riflettere su questo: "Sono guarite n°.... di persone, nessuno condivide, se fossero morte questo post sarebbe stato condiviso da molti". Forse c'è una ragione per cui fanno più rumore le morti che le guarigioni. Vorrei riflettere su questo con voi, perché la risposta non è così scontata come sembra. Nemmeno io mi sono data una risposta immediata in quanto non è così semplice. 
Molto probabilmente è vero, i post sui morti sono molto più condivisi rispetto a quelli delle guarigioni. Io stessa che sono ottimista, non sono riuscita a pubblicare queste notizie. 
Molto probabilmente tutto è accaduto così in fretta, le modalità dell'evento è stato fulmineo che ci ha colto di sorpresa. Ripercorrendo la storia, agli inizi eravamo solamente spettatori di questa tragedia: in Cina il numero di contagiati era esorbitante e quello dei morti (affermati) altrettanto. Il mio pensiero era stato "Povera gente"... Povera gente davvero! Eppure, tanti non credevano a quelle notizie e che di fronte a questo fatto, si facesse un allarmismo eccessivo. Per l'Italia era una realtà ancora lontana, incomprensibile, si era giunti ad affermare che in Italia questa epidemia non sarebbe mai arrivata. Forse questo è stato dettato dall'ignoranza, nessuno sapeva cosa avrebbe dovuto aspettarsi. Abbiamo valutato la cosa come una semplice influenza.... e agli inizi, quando sbarcò in Italia, fu considerata come tale: poco più di un'influenza. Non era così, ahimé, i numeri lo affermano chiaramente. Eravamo convinti che in Italia il virus non avrebbe mietuto così tante vittime... invece non è stato così: siamo secondi (uno stato così piccolo) agli Stati Uniti come contagi e primi come numero di morti. Ogni nostra convinzione è stata sradicata puntualmente dai dati e da un futuro prossimo che ha falciato in pochissimo tempo la nostra speranza e quello che inconsciamente ritenevamo una certezza. 
Agli inizi qualcuno poteva credere che il contagio arrivato in Italia potesse fermarsi a Codogno, ma ciò era un azzardo troppo grosso, era impensabile. Ad un certo punto risuonava la notizia che solamente chi era anziano (il nostro patrimonio culturale) e chi aveva altre patologie (magari facevano meno assenze dei sani sul lavoro) moriva. Ci siamo sentiti tutti minacciati da questo nemico invisibile e le nostre vite sono mutate radicalmente, alcune hanno vissuto in prima persona questa tragedia, altri si sono visti limitare le proprie vite entro quattro mura, taluni tremano perché non hanno più un lavoro e il futuro oltre l'emergenza si intravede attraverso una fitta cortina di nebbia. Il virus ha scatenato una sofferenza che ha toccato tutti campi, per cui la nostra fragilità è emersa con tutta la sua grandezza e verità. In realtà in questo periodo abbiamo ottenuto la consapevolezza della nostra fragilità, è stata evidenziata dall'emergenza della pandemia, ma noi eravamo già fragili. Fragili inconsapevoli. La fragilità era avvertita solamente dagli anziani e dai malati e da chi già viveva una precarietà economica, ma gli altri si sentivano padroni del mondo. 
Siamo tutti contenti delle varie guarigioni, siamo consapevoli che si può anche guarire, ma ciò che sta accadendo in modo particolare nelle zone colpite, fa tremare il nostro cuore perché sappiamo che potrebbe accadere a tutti noi: speriamo di no, davvero con tutto il cuore, che presto questo virus sia sconfitto PER SEMPRE e possiamo tornare presto alla nostra normalità, alla normalità della vita quotidiana che apprezzeremo molto di più. 
Siamo contentissimi di queste guarigioni, ma siamo testimoni di un evento orribile che si sta consumando e non è giusto sia così, assolutamente!
Ed è successo in una zona in cui la sanità andava piuttosto bene... eppure da Reggio Emilia, da Parma, da Piacenza, da Codogno, da Crema, da Brescia, da Bergamo  ci hanno restituito storie drammatiche... 
Forse è per questo che condividiamo la sofferenza di tanti nostri fratelli, perché non vorremo vedere mai più una situazione del genere, in nessuna parte del mondo. Un po' come è accaduto nella Seconda Guerra Mondiale: si è istituito il giorno della Memoria, continuiamo a ricordare quel periodo buio della nostra storia, affinché non accada più.... eppure ci sono state tante persone che si sono salvate. Siccome questa assomiglia sempre di più a una guerra contro un nemico ancora più letale e invisibile, raccogliamo e facciamo tesoro di questa sofferenza inaudita affinché NON ACCADA MAI PIU', MAI PIU'! Preghiamo perché presto finisca tutto questo, per sempre!

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