Chi di noi non si è imbattuto in questa capacità appartenente all'essere umano e avrà dovuto lottare contro di essa per poter avere un pensiero prettamente cristiano?
Sì, perché la capacità di giudizio è propria dell'uomo, è una capacità che lo rende speciale. Discernere il bene e il male deve essere alla base di un'esistenza cristiana perfetta: l'ignoranza porta lontano da Dio, non conoscendo il peccato, facilmente vi si cade! Il giudizio, quindi, fa parte dell'intelligenza umana atta a elaborare dati, classificarli, confrontarli e quindi a possedere una personale idea che dovrà comunque passare al vaglio di criteri oggettivi ed universali.
Questi criteri oggettivi sono inscritti nella coscienza dell'uomo. Non possiamo degradare l'uomo ad animale, anche se vediamo in suddetta categoria, esempi anche di abnegazione e fedeltà che talvolta gli esseri umani non hanno. Non scordiamo, però, che l'animale spesso agisce d'istinto pure nelle azioni più eroiche. Spesso non sa trarre le conseguenze di un gesto, anche a suo discapito, come potrebbe essere la perdita della vita, proiettate nel tempo. La mente umana elabora in breve tempo le varie opzioni possibili e le proietta nel futuro. Spesso non c'è il tempo di valutarle approfonditamente e quindi reagisce quell'istinto che lo porta a salvaguardare la propria vita talvolta a discapito di quella altrui. Il tempo è tiranno in questi casi.
Quindi, la capacità di giudizio nell'uomo è una cosa positiva e propria dell'intelligenza umana che dovrebbe essere regolata dalla legge scritta nelle proprie coscienza. I criteri oggettivi sono determinati dai confini esistenti tra la propria e l'altrui libertà. Perché l'uomo spesso, pur sapendo qual è il bene, sceglie il male? È spesso dominato da criteri istintivi che gli fanno avvertire molto dolore perché sa che vanno contro la propria coscienza. Il dolore è una cosa buona che avverte quando una cosa non va bene. Alcuni, però, non sentono alcun rimorso e questo è dovuto a ciò che si è imparato, elaborato durante l'infanzia.
Il giudizio diventa peccato quando diventa “profondo”, quando, cioè, diventa condanna.
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