Vorrei riflettere su un film assai significativo intitolato: “L'uomo senza volto”. Un ragazzino di 12 anni appartiene ad una famiglia molto particolare, composta da una donna che conduceva un'esistenza frivola dal punto di vista morale e da altre due ragazzine, figlie della medesima madre, ma tutti e tre di padri diversi. In particolare spicca Charlie che dei tre, risente maggiormente della situazione disastrosa della famiglia. Tra una scena e l'altra emerge che suo padre era pazzo ed era stato internato in un ospedale psichiatrico. Charlie sa che suo padre era morto, ma non conosce bene lo svolgimento reale dei fatti. Il fallimento di un esame che gli avrebbe permesso di entrare all'accademia militare West Point, inasprisce le prese in giro delle sue sorelle. Egli, però, desidera entrare ugualmente nell'accademia perché sa che suo padre stesso l'aveva frequentata e vuole ritentare a fare l'esame. In quel paesino viveva un uomo misterioso dalla metà faccia sfigurata, che conduceva un'esistenza appartata, lontano da tutti e da tutto. I pettegolezzi non mancano sul suo conto sfiorando calunnie vere e proprie. Ricamano molto sulla sua celata esistenza appioppandogli numerosi delitti e azioni moralmente infime. Tutto questo è materiale propizio per la mente fervida dei ragazzini: chi sarà mai quest'uomo solitario accompagnato da un fedele cane lupo? Charlie comincia a studiare per l'esame e porta i libri ovunque, anche durante una spedizione diretta nei territori dove abita l'uomo misterioso. Il cane lupo dell'uomo fa fuggire i ragazzini prima del tempo e Charlie dimentica i libri sull'isola. Questi sono l'unico legame con suo padre che non ha conosciuto, quindi decide di tornare senza gli amici per recuperarli. Ma i libri sono ormai perduti e Charlie reagisce a questo shoc imbambolandosi, tanto che non s'accorge neppure che è ormai zuppo di pioggia. Questo termina l'inizio di una nuova ed autentica amicizia con l'uomo misterioso che diventa il suo precettore. Lo aiuta a prepararsi in un modo singolare ma che riesce ad appassionare il ragazzino allo studio. Per Charlie il difetto del fisico non conta pi, perché ha scoperto che quello costituisce solamente l'involucro di un uomo eccezionale che, a sua volta, ha saputo trarre dal ragazzino la sua parte migliore, togliendogli la sensazione di essere psichicamente disturbato. Abbattuto il muro di ciò che per gli altri costituisce una barriera nella costruzione di un rapporto vero, non esistono più remore e si presentano con schiettezza. La gente, però, avvolge nei sospetti l'esistenza dell'uomo segnata dalla sofferenza: fu un incidente stradale a sfigurare il suo volto, in cui perse la vita un ragazzo suo alunno. Fu condannato a 3 anni di prigione, ma la sua personalità ha un calibro che trascende ogni calcolo umano: egli fu condannato ingiustamente in quanto fu il ragazzino che stava con lui a provocare l'incidente, affetto da una morbosità eccessiva e patologica nei confronti del suo maestro il quale cercava di arginare la cosa. Egli preferisce che la sua persona sia bersaglio di critiche piuttosto che si scoprano i problemi del ragazzino, suo alunnno.
L'uomo forse non ha volto, ma possiede un cuore grande.
Purtroppo anche l'amicizia con Charlie è destinata a finire sommersa da pregiudizi di ogni tipo. Charlie scopre dalla sorella che suo padre aveva dei seri problemi psichici e che si era ucciso. Ciò determina una crisi che lo spinge a rifugiarsi dall'amico senza volto. Lo sceriffo trova finalmente Charlie a casa dell'uomo, ma lo trova in mutande perché stava riposando. Ricomincia l'incubo dei sospetti che giungono al parossismo sfociando in un'azione giudiziaria intrapresa contro l'uomo sospettato di abusi nei confronti di minori e che lo costringono a non avere più alcun contatto con ul suo piccolo amico che, alla fine, riesce a superare l'esame di ammissione alla West Point e a superare il corso di 4 anni.
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