Oggi voglio parlare di un
“problema” di molte persone e che riesco a comprendere appieno
perché, a suo tempo, è stato anche mio.
Sono passati molti anni
da quando l'ho superato e riconosco che non sarei sicuramente
riuscita a farlo senza la grazia di Dio.
Verso i 15 anni non
credevo in Dio, ero una che appoggiava la scienza in tutto e per
tutto e quindi affermavo che si doveva credere solamente a ciò che
si vedeva ed era verificabile. Forte di tali teorie, ero altresì
convinta pienamente che Dio non esistesse. Solamente in seguito ho
compreso che scienza e fede non si davano i pugni, ma che si potevano
completare a vicenda. Coloro che sono stati grandi scienziati,
infatti, erano anche credenti. In effetti come ho spiegato qualche
giorno fa, più si sa e più si sa di non sapere. Si comprende che
sono tante le cose che l'uomo non può giungere a conoscere
perfettamente. A parte questo, ero convinta che la Chiesa non
meritasse la nostra fiducia perché davvero peccatrice. Gli uomini e
donne di Chiesa, soprattutto quelli e quelle più impegnati, erano
portatori di enormi scandali. Non credevo nella
Confessione/Riconciliazione come sacramento. Ero arrivata a credere
che avrei potuto confessare direttamente al buon Dio i miei peccati
senza passare dal prete. Così la pensano i protestanti. In fondo
anch'io ero in protesta contro la Chiesa e i suoi modi di fare. Di
fatto non andavo nemmeno a messa e non ricevevo la Comunione, la
ragione vera di questo era perché desideravo essere libera da ogni
vincolo e quindi da ogni dovere verso la religione. Erano passati i
tempi in cui leggevo il Vangelo o la storia di Gesù di sera prima di
addormentarmi o quelli in cui desideravo ardentemente ricevere la
Comunione. Il fatto è che la scienza e gli scandali della Chiesa
c'entravano fino a un certo punto. Alla base di tutto questo, c'era
un interrogativo che mi logorava. Ero stata a contatto con la
sofferenza dei bambini e anche quella degli adulti e non riuscivo a
capacitarmi del fatto che Dio potesse permettere tutto quel male.
Come poteva Lui che aveva guarito malati, perdonato i peccati, Lui
che predicava la felicità permettere tutto questo male, soprattutto
degli e sugli innocenti?
Ironia della sorte, chi
si prese la briga di convertirmi (e ce la fece) era proprio una
biologa! O meglio le cose andarono in un determinato modo per cui mi
avvicinai a Dio una volta per tutte.
Questa persona davanti al
mio dolore mi portava sempre davanti a Dio, al suo amore. Mi diceva
di affidargli il mio dolore. Io che cosa ne potevo sapere se non
mettevo più il piede in Chiesa? Non riuscivo a comprendere le sue
parole. Per me erano distanti anni luce dalla mia realtà. Fu un
pomeriggio estivo, uggioso, di vento e di mare mosso, in cui Dio si
fece presente. Fino ad allora tutte le parole della biologa si erano
dissolte come nebbia al sole. Talvolta avevo provato a pregare,
raccontandogli il mio dolore, ma effettivamente non riuscivo del
tutto ad accostarmi a Dio e a comprendere che Lui era la Gioia! Lei
ha fatto parte del mio cammino. Sì, perché nella mia ribellione ero
in cammino alla ricerca di Dio: apparentemente lontana da Lui, mi
stavo avvicinando per gettarmi tra le sue braccia per sempre. Mi
accorgevo che, finché avrei sentito quella opprimente tristezza,
sarei stata lontana da Dio e qualcosa non andava o almeno non del
tutto. Quella tristezza però serviva per gettarmi definitivamente
fra le sue braccia e capire in modo appieno che Lui era la gioia.
Ritorniamo al giorno di
pioggia che non fu come quello di Andrea e Giuliano che si
incontrarono e scontrarono con Licia nel famoso cartone animato degli
anni 80 “Kiss me Licia”. Però il risultato fu più o meno il
medesimo perché fu il momento in cui mi innamorai di Dio.
Fu poi un cammino: quel
giorno avevo sì visto la luce, ma fu il principio di un cammino
anche abbastanza faticoso perché dovevo imparare tante cose e piano
piano lasciare che il Suo Amore mi plasmasse fin nel profondo del mio
spirito, che tutto si concretizzasse anche nelle opere, sempre
imperfette. Per farla breve il mio cammino in salita mi ha portato a
vedere nella Chiesa mia Madre. Non mi sento mai sola e, nonostante i
numerosi sbagli dei suoi membri non riesco ad allontanarmi da Lei. So
bene e ne ho avuto esperienza, che ci sono persone che non
corrispondono ai dettami del Vangelo, ma che io stessa non riesco ad
essere ciò che vorrei essere. Più vado avanti nel mio cammino, più
mi accorgo che tante sono le macchie della mia anima, il desiderio di
fare del bene soffocato dal male e dai miei limiti fisici e
psicologici. Per cui anche gli altri possono sbagliare, chi più chi
meno.... e poi è venuto il momento in cui ho visto Cristo come
l'unico mio Sposo e lo sarà sempre, nonostante l'uomo abbia cercato
di soffocare questo desiderio. E ho capito che nessun uomo può
prendere il posto di Cristo, nessuno, perché è il mio amore più
grande, Colui che mi ha supportato nei momenti di bisogno, Colui che
mi ha sempre amato nonostante i miei immensi limiti ed errori. Lui
solo, nessun altro. Anche se la Chiesa mi ha ferita, anche se io non
so bene del tutto ancora come concretizzare questo amore, Dio è il
mio unico amore da cui dipendono tutti gli altri affetti, Dio è
l'unica Persona di cui mi sono innamorata veramente...
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