Oggi mi è capitato per
caso di leggere una notizia su internet che ha suscitato reazioni
differenti. Una ragazza in Olanda ha deciso di porre fine alla sua
esistenza in seguito ad una fortissima depressione dovuta ad una
violenza sessuale subita da bambina.
Lì per lì sembrerebbe
un suicidio, ma non è stato così: lei si è avvalsa del diritto di
praticare l'eutanasia, in quanto dichiarata come caso pressoché
senza possibilità di miglioramento e l'Olanda glielo ha concesso.
Non si trattava di una
persona che viveva come un vegetale, ma di una ragazza che,
purtroppo, non riusciva più a vivere la sua condizione di forte
depressione. A volte tali condizioni sono peggiori rispetto a quella
di chi deve sopportare una malattia incurabile, sebbene anche
quest'ultima coinvolga tutte gli aspetti della vita. In fondo i
Romani avevano intuito molto bene: “Mens sana in corpore sano”. È
davvero così! Taluni, però, sono riusciti a vivere la loro
condizione di malati, sebbene esclusi dagli altri, vittime di
pregiudizi, limitati nelle scelte, in modo straordinario e hanno
deciso che il buon Dio aveva permesso quella grandissima croce per
poter godere della Sua presenza in modo eccezionale e che Egli
chiedeva loro di mettere a disposizione la sofferenza per la
riparazione dei peccati dell'umanità. A questo si sono cimentate
tante persone delle età più disparate... abbiamo visto dei bimbi
diventare degli eroi, delle mamme che hanno preferito dare la vita ai
propri bimbi piuttosto che salvare la propria, persone che hanno
vissuto fino in fondo le persecuzioni obbedendo alla Chiesa,
nonostante questa le trattasse duramente...
Ce ne sono tante per
fortuna, tante davvero... e risplendono come astri del cielo. A me
questi sembrano tutti dottori della Chiesa, ma in fondo la Chiesa,
quando li ha canonizzati, ha dovuto privilegiare l'aspetto più
proprio di quella persona. Sì, per me sono tutti dottori della
Chiesa, perché ci insegnano a vivere coraggiosamente le sofferenze
della vita.
Non voglio assolutamente
criticare la ragazza che ha scelto l'eutanasia piuttosto che vivere e
affrontare un dolore così grande. La fede è una grazia e quindi, in
quanto tale, gratuita. Non so quanti di voi ha letto “Storia di
un'anima”, la biografia di santa Teresina di Lisieux. Ella è morta
giovanissima, a 24 anni, di tisi. Oltre a raccontare il suo grande
amore verso il buon Dio, durante la descrizione del suo buio
interiore, accenna al suo desiderio di suicidio o meglio, al
desiderio di finire le sue sofferenze prendendo i farmaci abbandonati
sul suo comodino. Questo episodio la dice lunga, su come in realtà
nessuno nasce eroe, ma il desiderio di amare fino alla fine, di
immolarsi per il bene dei peccatori, il desiderio di fare la volontà
di Dio fino in fondo è una grandissima grazia concessa da Dio, ma
anche una conquista dell'anima che si unisce al suo Redentore. Santa
Teresina viveva con gioia la sua condizione di malata, sebbene
soffrisse tantissimo. Dio non l'ha abbandonata e le ha dato la forza
di affrontare il tutto...
Ritornando alla faccenda
della ragazza, è chiaro che siamo davanti ad un caso completamente
differente e nessuno di noi si deve permettere di giudicare la sua
scelta in quanto non può davvero capirla fino in fondo... Non voglio
assolutamente giudicarla, ma parlare del suo caso. Siamo di fronte ad
un abuso terribile, una violenza sessuale subita da piccola che le ha
provocato una fortissima depressione. Noi donne sappiamo bene che
cosa si possa provare quando qualcuno usa il nostro corpo, sebbene
tante di noi non abbiano subito violenza. Lo possiamo immaginare.
Figurarsi quando questo avviene da bambine. È una ferita difficile
da curare, se mai si rimarginerà...
Il fatto è che questa
fortissima depressione non doveva esistere, perché NESSUNO, dico
NESSUNO, doveva abusare di quel piccolo corpo! Stiamo parlando di uno
stupro avvenuto su una bambina, ma non dovrebbe MAI accadere nemmeno
ad una donna adulta! Scherziamo? Ma quando mai si deve ledere la
libertà di qualcuno per ottenere ciò che l'altra persona ci nega?
Lei non ha colpa della sua malattia. È nata dalla violenza, da un
errore / orrore fatto da qualcun altro. Chi ha abusato di lei, ha
sicuramente tantissime colpe, praticamente oserei dire tutte. Forse a
sua volta lo stupratore ha avuto il suo aguzzino... non lo sappiamo
perché nell'articolo si parla solo del caso della decisione della
ragazza. Per tale motivo dobbiamo fissarci bene a mente che qualsiasi
nostro comportamento ha una ripercussione sugli altri. Abbiamo una
grande responsabilità nella nostra vita. Siamo custodi dei nostri
fratelli, come Caino lo fu di Abele... Ma noi non DOBBIAMO arrivare
al punto di rovinare la vita agli altri, tradendoli e uccidendoli
come fece Caino. Il buon Dio non fece del male a Caino, ma con tale
racconto, ci invita ad essere custodi dei nostri fratelli. Lo stupro
è stato usato anche come arma durante le guerre... è una cosa
inconcepibile che non ha nessuna giustificazione e non se ne devono
trovare... Già, perché qualcuno dice che l'uomo è cacciatore e se
una è una prostituta o si veste in modo provocatorio, è...
praticamente quasi scusato. MA SCHERZIAMO? Non può essere così! Non
deve essere così! Dicendo questo stiamo dando il consenso a un fatto
contro la legge e l'essere umano... considerando che fra un po'
questo non esiste nemmeno fra le bestie... Scusando l'uomo si afferma
che la sua intelligenza è davvero a livello infimo e possiede
davvero solamente un neurone, come dicono scherzando sui social. La
ragazza viveva dei suoi sensi di colpa, non riusciva a vivere la sua
condizione... Ma lei non aveva alcuna colpa. Ha avuto la grande
sfortuna di non avere accanto persone che l'abbiano accompagnata
lungo il suo difficilissimo cammino di ripresa, di riconciliazione
con il suo passato. L'Olanda non è uno stato che ha manifestato il
suo grande progresso, dovrebbe dire il suo “mea culpa” perché
non ha saputo trasmettere a una sua figlia la voglia di lottare e di
vivere, nonostante tutti i problemi.
Vedete, approvare per
legge eutanasia, aborto... etc... è rendere legale e quindi
possibile a tutti perdere la gioia di vivere. La gioia di vivere non
è una conquista che richiede tanto tempo e si impara passando anche
attraverso la disperazione, la sperimentazione della crudeltà umana.
A 17 anni questa ragazza non aveva ancora trovato la persona che
l'accompagnasse in questa incredibile avventura e, poiché tutto è
lecito nel suo paese, ha deciso di porre fine alla sua vita,
suicidarsi, in poche parole. Non aveva la forza di farlo con le sue
mani (questo la dice lunga), ma ha permesso che lo facessero dei
medici.... e qui lascio a voi le considerazioni...
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