venerdì 22 febbraio 2013

Passione ed Eucaristia


Che cosa dovremmo fare per partecipare alla santa messa umilmente? È la stessa regola che vale per ricevere tutti gli altri sacramenti con umiltà, virtù indispensabile nella vita spirituale! La carità senza umiltà non vale. Può essere pura filantropia o peggio, ricerca di approvazione, di realizzazione di sé. Anche le azioni più belle, senza umiltà, si svuotano completamente, rimanendo vuote. Ecco, sarebbe bene inginocchiarsi davanti al Crocifisso. Non si può fare altrimenti, pensare alla sua passione. Nella santa Messa, si rivive la sua passione. Hanno fatto bene a mettere obbligatoriamente un Crocifisso vicino all'altare dove si celebra la Messa, in ricordo di ciò che si sta attualizzando. Non è una memoria, è un memoriale. In quell'altare si sta rivivendo la passione di Cristo: gli sputi, i tradimenti, gli schiaffi, la flagellazione... e quel Corpo Santo si spezza nuovamente per diventare cibo, cibo spirituale, potremmo nutrirci solamente di questo e continuare a vivere con tutte le nostre forze fisiche. Non ne siamo forse convinti, ma è così. Quell'Ostia diventa Corpo di Cristo, e il calice si riempie del suo Sangue Preziosissimo. Non sono degna di riceverti. Sono stata anch'io a flagellarti, a picchiarti, a fuggire dalla croce, come tutti i tuoi discepoli. Dammi la forza di continuare a stare ai piedi della tua croce, a condividere la tua passione, anche quando sembra ingiusta. La tua passione non era “volere” di Dio, non voleva che tu morissi, ma per nostro amore, si è servito degli uomini cattivi per redimerci. Il male che noi facciamo agli altri non è mai volontà di Dio su di loro, ma per Dio, nelle sue mani, diventa strumento di redenzione per il genere umano. Ti servi della cattiveria degli uomini per redimerli. Tutto, nelle tue mani, diventa “bene”.
Ho parlato della confessione nell'altro blog, di una particolare confessione ma che mi ha svelato tutte le altre, quelle passate, con la certezza che pure in quelle Dio ha parlato.
Di fronte ad un mio avvenimento doloroso della vita, imposto dagli altri, sia prima che avvenisse e vi era solamente un vago sentore ancora celato dietro ad una speranza che si è palesata come delusione cocente, sia dopo, tutti i confessori, di città diverse, di Ordini diverse, addirittura di razze diverse, di nazioni differenti, avevano decretato che ciò che mi stava accadendo, era roba di uomini, di interesse, e lo asserivano pure quando io tentavo di scusare, di edulcorare perché quel fatto doloroso non era ancora accaduto... eppure i confessori me lo avevano già detto, senza scagliarsi contro di me, perché ciò che stava accadendo non era volontà di Dio ma puramente degli uomini. Nemmeno la passione di Cristo era volontà di Dio. Certamente, la passione di Cristo era molto più dolorosa. Dio non può volere la morte di qualcuno, tanto meno del Figlio. E di fronte a questo dilemma c'è l'interrogativo di tanti uomini di fede e non che davanti all'efferatezza del Padre che consegna il Figlio nelle mani di uomini cattivi, perfidi ed idioti, cadono nel dubbio drammatico della loro fede. Possiamo dire che Dio ha sfruttato la cattiveria dell'uomo e del demonio, per saldare quel debito enorme dell'umanità. È un po' la scelta di tante donne che decidono di morire optando per la vita delle proprie creature, piuttosto che della propria. Allora, spiegata così, la scelta di Dio non è così fuori dal normale o crudele. È inutile nascondere sotto la sabbia la testa e non porsi degli interrogativi che scuotono giustamente la coscienza di tanti atei buoni di cuore che non riescono a capacitarsi della scelta di un Dio che permette la sofferenza del Figlio o di tanti bambini vittime di violenze o malattie naturali. Non si può nascondersi per timore di mettere in discussione una fede diventata puramente atto esteriore, ereditata da famiglie che a loro volta l'hanno ricevuta da altri, diventata una serie di norme e regole che se infrante dagli altri, inducono a mancanze di carità gravissime! E non sono volontà di Dio visto che san Luigi Orione di fronte ad un tale ateo e comunista, non esitò a comprare un giornale palesemente comunista. Santo, non giudica, non critica perché sa lui stesso di meritare l'inferno se solo Dio non lo aiutasse...
Quindi nell'Eucaristia si rivive la passione, ma non bisogna fermarsi, come tante volte si è ripetuto, al venerdì santo. Quel Gesù, è risorto, ha vinto la morte e l'Eucaristia è la prova più lampante. La vita non finisce! Continua! È questo che bisogna vedere nell'Eucaristia: Parola proclamata, offerta della Sua vita (offertorio), passione, morte, resurrezione.

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