Ciò che ha "scosso" o incuriosito alcuni giornali anticlericali, è soprattutto il discorso forte del papa ai suoi sacerdoti, discorso rivolto a tutta la Chiesa, in primis ovviamente alla Chiesa costituita da gente che ricopre determinati ruoli di responsabilità. Divisione e potere esistono pure nella Chiesa intesa come istituzione tangibile, costituita da uomini. Il Papa aveva il dovere di esortare i sacerdoti a vivere più cristianamente la loro vita e non bisogna pensare che lo abbia fatto semplicemente come "passatempo" o tanto per fare discorsi moralistici. Molto probabilmente tali difetti sono presenti nella Chiesa, sia nel ramo maschile che femminile, laici, religiosi, sacerdoti. Nessuno è immune da questo tarlo che rischia di rovinarla nel suo intimo, disgregandola, svuotandola del senso più vero e profondo. La Chiesa è la Sposa di Cristo e come tale dovrebbe essere legata a lui dalla fede nuziale. Essere legata a Lui significa condividere il destino di Cristo, vivere la Passione, morire sulla Croce: purtroppo la Chiesa più impegnata, proprio quella che sta sui gradini superiori, impegnata ad un'ascesi mistica puramente esteriore, a volte tutta sacrifici e niente amore, tutta rigidità e niente passione, cade in questo tranello letale che la conduce alla morte, ad una morte senza resurrezione. Sì, il papa ha ragione, esistono divisioni, angherie e sete di potere anche nella Chiesa e, siccome si è rivolto a coloro che ricoprono un certo ruolo, è vero pure che è una realtà dei preti e religiosi. Sono loro che possono portare a scandalizzare i più piccoli, ancor più dei laici impegnati, ma non si accorgono. Il papa sa tante cose, quelle parole non sono state pronunciate tanto per dire. Allora tutti noi dobbiamo fare un gran esame di coscienza che sfoci in un impegno concreto di ascesi genuina ed efficace.
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