venerdì 20 luglio 2012

Il deserto della prova


Quando i sogni e i desideri umani s'infrangono come le onde sulla spiaggia del mare, non rimane altro che affidarsi a braccia più forti che sappiano portarci in braccio, nel porto sicuro. Non resta altro che affidarsi a quelle braccia ed avere fiducia. Non è così facile: talvolta sembra che qualcuno di più potente manovri la nostra vita dietro un sipario, rimanendo nascosto. Difficile credere quando si attraversa il deserto della prova, un po' come il popolo Ebreo quando, guidato da Mosè intermediario fra Dio e gli uomini, si dirige verso la Terra Promessa. La nostra patria è nei cieli, la Gerusalemme celeste, e la nostra vita è un pellegrinaggio attraverso il deserto della prova e la fioritura della gioia. Si passano dei momenti in cui si sperimenta concretamente la potenza di Dio, come quando Dio separa le acque del Mar Rosso per far passare il popolo all'asciutto. La potenza di Dio fu così tangibile che gli Ebrei proruppero in un canto di lode. Ma poi il cammino si fa più faticoso: si avanza verso la Terra Promessa, ma gli eventi prodigiosi che hanno caratterizzato l'inizio del cammino, non ci sono più.
Si comincia a cadere nella trappola dell'abitudinarietà, ad avere fame di altre cose rispetto a quelle che Dio ci offre e si ci comincia a lamentare, a vagheggiare un Dio differente da quello che si presenta... Oppure ci sono i momenti di sosta ai piedi del monte, in attesa che la volontà di Dio prenda corpo e assuma le sembianze di un comando preciso. Nell'attesa si rischia di perdersi, di cercare altri idoli perché il silenzio di Dio si fa più profondo e gravido di sofferenza.

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