Come ho già detto,Gesù si accorse che le folle lo seguivano perché aveva guarito i malati. Ancora una volta, chiarisce che non è solamente venuto sulla terra per curare le malattie, ma lo scopo principale è l'annuncio dell'avvento del Regno di Dio. Non si può sempre sperare di guarire, si deve accettare con serenità la propria condizione. In seguito a questo, Gesù proclama le beatitudini, la parte positiva della legge di Dio. Sembra quasi voler sottolineare che la legge non si deve esaurire con il Decalogo che elenca ciò che non si deve fare, ma si completa con un'adesione totale al messaggio di Cristo che arreca, sicuramente, una grande felicità. Scusate se azzardo nel dire che il Decalogo sembra quasi un incitare al bene per timore del castigo di Dio, mentre le Beatitudini vengono impostate positivamente, cioè del seguire la legge per amore.
Dopo aver proclamato le Beatitudini, comincia a spiegare il suo programma di vita, il loro sviluppo.
Gesù dice che non basta non fare, bisogna andare oltre ad un limitarsi puramente umano di non uccidere, di non rubare, di non fare atti impuri... Bisogna saper accettare le persecuzioni perché grande è la ricompensa nei cieli, bisogna dare anche il mantello a chi ci chiede la tunica, bisogna nemmeno pensare di fare atti impuri, non solo astenersene fisicamente. Con Gesù bisogna andare oltre le capacità umane: non solo chiede di amare il prossimo che era limitato alla famiglia, ma si deve amare i nemici... non solo, se ci offendono, noi dobbiamo offrire l'altra guancia, non arrendersi di fronte alla loro arroganza emarginandoli ma accettarli, amandoli. Gesù spiega che il prossimo che si deve amare non è solo la famiglia e lo spiega con la parabola del buon samaritano. Il prossimo di quel malato picchiato, abbandonato per la strada, non erano tutti i personaggi importanti che passavano per quella strada e che conoscevano bene il Decalogo, ma colui che era ritenuto un emarginato dal popolo ebraico e che non era destinatario sicuramente delle promesse di Dio. Gesù ovviamente sorprende affermando che il prossimo può essere colui che non ci aspettiamo che sia. Afferma anche che i nostri orizzonti devono allargarsi al massimo in tutti i sensi: nel perdono, nell'amore, nell'accettare la sofferenza.
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