Gesù, dopo il discorso delle Beatitudini, specifica che non è venuto per abolire la Legge ma per dare compimento. Sicuramente si riferisce al Decalogo. Non può abolire una Legge data da Dio stesso a Mosé. Lo aveva detto in un altro momento: un regno diviso in se stesso non può reggersi in piedi. Quando i tempi sono diventati maturi, Dio si è incarnato e ha chiesto all'umanità qualcosa di più.
Gesù riprende il Comandamento: Non uccidere. Afferma che il rapporto con Dio non è slegato da quello con i fratelli e che se si alimenta il primo con la preghiera, anche il secondo cresce. Non si può amare Dio se non si amano i fratelli. Se fosse così, rimarrebbe una pietà sterile, volta semplicemente a “un farsi vedere dagli altri santi” come appunto facevano i sapienti della Legge. Potevano spiegarla a mena dito, ma non ne conoscevano l'essenza e trasgredivano l'amore verso i fratelli. “Ama il prossimo tuo come te stesso”. E già, bisogna imparare anche ad amare se stessi, e non è facile. L'amore vero, quello verso la propria anima, tesa verso il Paradiso... e si sa che il Regno dei cieli appartiene ai violenti. Il bene dell'anima è diverso da quello del corpo, i desideri della carne fanno lotta a quelli dello spirito. Prossimo intendeva i familiari. Già amare gli altri come se stessi, è un grande impegno: quante cure poniamo al nostro corpo! Piccole delicatezze e prevenzioni, desiderio di essere ascoltati e compresi... Ebbene Dio chiede che noi facciamo ciò pure ai nostri fratelli. Gesù allarga l'orizzonte del nostro sguardo meschino. Gesù fa notare all'umanità di essere un'unica famiglia, siamo tutti fratelli e figli adottivi di Dio e perciò il concetto di prossimo s'allarga fino a diventare: ama tutti come te stesso. “Fa' agli altri, ciò che vorresti fosse fatto a te”. È una legge impegnativa davvero, se la vivessimo davvero. Dopo aver allargato il concetto di prossimo, ecco che fa notare che non basta non uccidere il proprio prossimo, bisogna non adirarsi: la lingua talvolta ferisce ancor più delle pugnalate: i rancori che uccidono l'anima, giudizi temerari che addirittura tolgono la buona reputazione alle persone. Ecco cosa desidera da noi Dio: amare l'altro, costruire la pace. Piuttosto non offrire sacrifici a Dio se hai qualcosa contro il tuo fratello: offri un sacrificio spirituale riconciliandoti con lui.
“Avete inteso che fu detto: non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio nel suo cuore.”
Tutte le azioni impure nascono nel cuore, bisogna domare questo prima delle azioni.
“Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, la espone ad adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.”
Altro passo molto importante: la famiglia ha origine nell'atto creativo di Dio. È opportuno che in essa ci sia questo amore disinteressato, eroico. Quell' “ama il tuo prossimo” comincia dalla propria famiglia. Non può essere applicato, come si fa al giorno d'oggi, a coloro che sono lontani da noi e tiranneggiare chi ci è vicino. È un amore oblativo che si basa sul sacrificio costante di sé, sul perdono che tanto grava all'uomo. Come ho già detto i rapporti familiari sono importantissimi per la costituzione della società: essa è una piccola cellula e se tutte le cellule, come in un corpo lavorassero per la salute, per il vero bene, ecco che il corpo sarebbe senz'altro sano. Ma, purtroppo, quante gelosie nelle famiglie, quanta incapacità di perdono, quanta rivalità! Queste malattie si riflettono in tutto il corpo che si affatica. Com'è importante curare la salute dell'anima! La nostra santità determina quella degli altri. Purtroppo c'è la fatica del vivere, del lungo pellegrinaggio verso la santità.
Gesù, a scanso d'equivoci, visto che aveva raccontato la parabola del buon Samaritano e aveva spiegato che il prossimo di un uomo era colui che aveva fatto del bene al ferito, allarga ancora gli orizzonti, abbatte quel confine dettato dall'egoismo e afferma senza ombra di dubbio, fugando così ogni tipo di possibile ribattuta, che l'antica legge del taglione deve essere abolita, anzi, che non bisogna opporsi al malvagio... ed ancora qualche riga più in basso, proclama:
“Avete inteso che fu detto: Amerai il prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste (afferma perciò che siamo tutti fratelli)”
Implicitamente Gesù afferma nel vangelo di Matteo, ciò che Giovanni dice nel suo: “Amatevi come io vi amo”: dobbiamo amare come Dio, con un amore che non teme il sacrificio, fino alla morte di croce.
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