Non c’è dubbio: Gesù era un rivoluzionario. Sapeva leggere nel cuore dell’uomo, accogliere, insegnare, rimproverare. Faceva tutto per amore. Forse non ci si pensa abbastanza, ma la parte più importante di un’azione sono le intenzioni. Spesso si rimane alla superficie delle cose, si bada all’aspetto esteriore. È vero che può succedere che qualcuno, nonostante abbia buone intenzioni, non faccia bene le cose, venga frainteso e non capito, tuttavia l’importante era la sostanza delle sue azioni. La sostanza e l’essenza devono dare forma ad un’azione, renderla concreta. Non può essere il contrario. Infatti, se la forma dà sostanza ed essenza ad un’azione, non ha radici in sé. Gli sbagli nascono dall’imperfezione umana. L’ uomo non è onnisciente, per cui gli può sfuggire il punto di vista altrui. L’ agire dell’uomo gravita attraverso queste tre dimensioni: intenzioni, fine, mezzi.
Spesso si ripete che “il fine non giustifica i mezzi”. Infatti, magari si ha come obiettivo una cosa buona, ma il fatto di pensare che tutto è lecito per raggiungerlo, non è valido.
Un esempio: desidero l’ uguaglianza fra le persone, per cui sopprimo quelli che sono più ricchi o i poveri senza farmi scrupolo. L’ uguaglianza fra le persone è un buon obiettivo, ma lo spargimento di sangue o altri metodi che ledono i diritti umani e la carità, lo rendono automaticamente illecito: un grande obiettivo, si raggiunge tramite piccoli obiettivi che non ledono la carità e i diritti umani, sempre. L’ intenzione buona deve essere la linfa che nutre ogni azione umana… Come qualcuno diceva scherzosamente: “Da un albero di mele non possono nascere pere!”.
Karl Marx diceva che l’inferno è lastricato di buone intenzioni. Sì, se rimangono tali. Le buone intenzioni devono dare appunto sostanza alle azioni. Deve esistere assolutamente questa triade, se vi è una scissione tra queste, rimane uno spiritualismo che non prenderà mai forma né corpo… ovvero non sarà mai concreto.
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