Avevo già sentito parlare del film intitolato “Colpa delle stelle”, ma solamente qualche giorno fa sono riuscita a vederlo tutto.
Un film toccante, adatto soprattutto a quest'epoca storica e alla mentalità odierna secondo la quale uno vale se ottiene successo, se vince, se si fa vedere forte. Un film che, come “Braccialetti rossi”, offre sicuramente una visione della vita sotto ogni aspetto, in cui non manca il tema dell'amore e dell'amicizia, ma aggiunge due temi fondamentali su cui vertono i punti cruciali per ogni esistenza, dai primi vagiti all'ultimo respiro: la malattia e la morte.
La trama, in breve, è questa. Hazel è una sedicenne affetta da cancro costretta a portare dietro di sé una bombola d'ossigeno. Sa che dovrà morire e questo ovviamente la fa soffrire. Come spesso accade, coloro che le stanno vicini pensano che il rimedio alla sua “depressione” sia quello di mandarla in un gruppo di supporto. I soliti gruppi in cui si parla di ciò che fa soffrire... La particolarità di questo gruppo è che è a sfondo religioso, spesso “il cuore di Gesù” è un'eco ricorrente. Colui che lo guida sembra entusiasta e forse desidera davvero trascinare nella sua gioia i componenti del gruppo i quali devono fare i conti, nella loro giovanissima età, con il cancro che li porterà all'inevitabile. Hazel non si trova bene in quel gruppo e lo crede inutile. Già... perché forse il problema è come si deve affrontare la morte, cioè dare un senso concreto alla propria esistenza. Anche se si parla d'amore e non si vive, quelle parole non hanno senso. Ma è proprio lì che conosce il vero amore e la sua storia, trovato il senso, acquista un valore immenso. Gus le farà vivere intensamente la sua storia, ossessionato dalla paura dell'oblio che avrebbe potuto ingoiare la sua vita. Gus in quel periodo era guarito dal tumore che gli aveva stroncato la carriera di cestista, portandogli via una gamba. Sarà proprio lui, invece, a varcare per primo la soglia dell'eternità. Sarà la morte di Gus che farà sentire un dolore più intenso ad Hazel che pure lo sopporta con gran coraggio, perché aveva capito che in quell'amore vi era l'eternità.
Vorrei partire da questa frase del film che racconta in breve l'emozione dei due giovani :
"Ci sono infiniti numeri tra 0 e 1. C è 0,1 e 0,12 e 0,112 e una lista infinita di altri numeri. Naturalmente c' é una serie infinita di numeri ancora più grande tra 0 e 2, o tra 0 e un milione. Alcuni infiniti sono più grandi di altri infiniti. Ce l' ha insegnato uno scrittore che un tempo abbiamo amato. Ci sono giorni, e sono molti, in cui mi pesano le dimensioni della mia serie infinita. Vorrei più numeri di quanti è probabile che ne vivrà, e Dio, voglio più numeri per Augustus Waters di quelli che li sono stati concessi. Ma Gus, amore mio, non riesco a dirti quanto ti sono grata per il nostro piccolo infinito. Non lo cambierei con niente al mondo. Mi hai regalato un per sempre dentro un numero finito, e di questo ti sono grata"
“Mi hai regalato un per sempre dentro un numero finito”, è questo il nostro impegno, per la nostra vita, quella di ogni giorno. Regalarci con l'amore un per sempre, nella quotidianità del nostro vivere. La chiave dell'esistenza è questa: dare un senso al proprio vivere con l'amore, disinteressato.
Altre due frasi che meritano di essere considerate:
"Se vuoi l'arcobaleno devi sopportare la pioggia."
È difficile dimenticare chi ti ha dato molto da ricordare
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