Ci
stiamo ormai avvicinando alla Quaresima, periodo forte in
preparazione della grande festa della Pasqua di Resurrezione. Ma
quale può essere il nostro impegno quaresimale? Convertirsi, pregare
di più... sì, sono propositi buonissimi, ma penso sia opportuno
cominciare a convertirsi nel vero senso, evitando di vagare senza
meta ma avendo come obiettivo l'imitazione di Cristo. Nel linguaggio
automobilistico “conversione” significa proprio cambiare senso.
Io
penso che bisogna cominciare da una domanda fondamentale che forse ci
sembra un po' superflua, ma che in effetti è fondamentale: “Chi è
Dio?”
Non
è una domanda scontata. Ogni cristiano dovrebbe soffermarsi su
questo, perché chi è impegnato in una vita sacramentale, rischia
l'abitudinarietà della preghiera, della liturgia, spogliando la vita
di pietà dell'elemento fondamentale: deve partire dal cuore. Ciò
non significa che faccio una buona azione solamente se mi sento.
Assolutamente no. Se ricerchiamo nel vangelo, pure Gesù ribadisce
spesso questo concetto: “Imparate da me che sono mite e umile di
cuore”. È il cuore che va cambiato, non solo gli atteggiamenti
esterni; bisogna assumere, cioè, i sentimenti di Cristo. Non
scordiamoci che la bocca parla dalla pienezza del cuore, perciò è
il cuore che va modellato. Ma... “chi è Dio?”
Dio
è santo, amore e possiamo solamente conoscerlo attraverso la
meditazione e la preghiera, ma sebbene noi “siamo capaci di Dio”,
non riusciamo a vederlo chiaramente. Lo vediamo attraverso un velo.
Se lo vedessimo davvero come Egli è, di certo non esiteremmo a
credere in Lui e a non commettere più peccato.
Effettivamente
Dio sembra inaccessibile. Lo ha reso accessibile Gesù con la sua
mitezza e umiltà, fino a nascondersi in un frammento di pane. Ci ha
insegnato chi è Dio, ma saremmo dei superbi se pretendessimo di
conoscerlo senza la preghiera e la meditazione. E poi... Più ci
avviciniamo a Dio e più ci accorgiamo di non conoscerlo e di dover
fare ancora tanta strada...
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