Dio è semplice, non può essere diviso. Siamo noi uomini che abbiamo bisogno di creare categorie per comprendere meglio chi è Dio. La misericordia è uno dei tanti attributi di Dio. Non la si può comprendere se non si legge il Vangelo. Esso è la fonte che ci racconta com’è il volto di Dio. È mera chimera pensare che si possa giungere alla conoscenza di
Dio senza accostarsi alle Sacre Scritture. Il Concilio Vaticano II ha fatto una cosa molto buona, rendendo le Sacre Scritture accessibili a tutti. Certamente si corre il rischio di non comprenderle, di travisarle, però Esse sono un tesoro inesauribile che non deve rimanere accessibile a pochi.
Il Concilio ha parlato anche molto della misericordia di Dio, del suo amore. Purtroppo abbiamo svilito alcune parole, togliendo loro l’autentico significato. La parola “amore” è sulla bocca di tutti, ma, per la maggior parte delle volte, il concetto reale non appartiene all’essenza della parola. Penso che il Concilio abbia fatto bene a esaltare quest’attributo di Dio. Dio stesso l’ha voluto e l’ha manifestato scegliendo un Papa che ne parla in continuazione. In realtà, l’uomo moderno non ha idea di cosa sia veramente la misericordia di Dio. La inneggia perché la sua coscienza non gli dà tregua, ma è estremamente vulnerabile, tremendamente insicuro e così, dimostra di aver sempre sulla bocca la misericordia di Dio, ma di non comprenderla effettivamente. L’uomo di oggi, più di quello di ieri, ha bisogno di sentir parlare della misericordia di Dio, di comprenderla pienamente. Dovrebbe, però, conciliare con essa l’esistenza dell’inferno. Purtroppo è questo che ha generato il parlare, forse malamente, della misericordia di Dio. In poche parole, alcuni, come il solito, hanno approfittato della situazione, per cancellare una verità di fede. Non è così che funziona la fede. Sebbene non ne abbia parlato usando il termine “inferno”, Gesù l’ha menzionato più volte. E chi più di Lui ha parlato del grande amore di Dio verso l’uomo? Ecco, quello su cui voglio farvi riflettere è che una verità, non può escluderne un’altra. L’esasperazione di una verità può portare all’eresia. Non scordiamo che si deve accettare l’insegnamento della Chiesa. La Chiesa è nostra madre. Le vere madri ci hanno sgridato quando ne avevamo bisogno, soprattutto quando ci trovavamo presso un pericolo. Così fa la Chiesa. Anche papa Francesco parla della misericordia di Dio, tuttavia riprende gli sbagli dei fedeli anche usando espressioni senz’altro forti, che possono pure offendere. Egli lo fa per il bene della Chiesa e non per offendere. Così l’esistenza dell’inferno è espressione della misericordia di Dio. Che senso avrebbe in fondo fare nella vita tutto ciò che si vuole, negare Dio e poi trovarsi giovialmente tutti in paradiso? Dio si farebbe odiare. Sicuramente tutti hanno bisogno di una possibilità, ma se la persona dicesse di no a quest’ultima, deve andare all’inferno! Tutti noi dobbiamo desiderare che le porte del paradiso si spalanchino per chiunque, altrimenti non saremmo nemmeno cristiani, dovremmo pregare affinché tutti si convertano, anche all’ultimo minuto, e che varchino la benedetta soglia, fosse pure prima di noi. Ricordiamo Gesù stesso, alcune espressioni delle più soft: chi mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre Celeste. Oppure riguardo all’ultimo concetto esposto, san Paolo aveva ben detto che desiderava diventare anatema, per la salvezza degli altri… o una santa moderna, santa Teresa del Bambino Gesù che voleva immergersi nell’inferno per annunciare il messaggio d’amore di Cristo… Poveri noi, che parliamo tanto di misericordia e ci scopriamo dentro sempre più individualisti e chiusi….!
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