Ciò che importa davvero nella vita del cristiano, anche nella sua tensione al bene, deve essere esclusivamente l'amore. Non può essere altro. Lo leggiamo in questi giorni nelle prime letture di san Paolo ai Corinzi: mi vanto delle mie debolezze, delle persecuzioni, delle angosce sofferte per Cristo. Questo non perché san Paolo era masochista, assolutamente no! Il cristiano è colui che ha sempre il sorriso sulle labbra, quello che lotta continuamente per la vita, colui che non si arrende. Già, di fronte alle ingiustizie della vita, verrebbe tanto voglia di fare non solamente un passo indietro, ma tornare indietro definitivamente. Il cristiano sa bene invece, che se si volta per guardarsi indietro, diventerà di sale, come av
venne alla moglie di Lot. L'uomo di oggi è attaccato alla vita, ma solamente a quella terrena, preferisce non pensare che è delimitata nel tempo... Ma c'è una porta, di cui tante volte Gesù ha parlato nel vangelo, che, sebbene sia stretta, immette nella vita eterna, quella per cui l'uomo è venuto al mondo e dovrebbe vivere. In musica c'è un ritmo, senza il quale essa risulterebbe discorde, spiacevole, sarebbe privata della sua ossatura e della sua essenza, così è della vita di ogni uomo: il suo ritmo, quello che scandisce anche le note più dolorose, è l'amore, che coincide con la vita eterna.... e la buona notizia annunciata da Cristo è che tutti possono accedere per quella porta: anche gli atei, anche quelli di altre religioni... perché tra gli atei c'è qualcuno sicuramente che ama il prossimo più di se stesso, che salva delle vite umane... Forse non si professerà cristiano, ma possiede le porte del cuore spalancate, atte a ricevere tutti. Non lo sa, ma egli è un cristiano che ha testimoniato silenziosamente, senza arroganza, il messaggio di Cristo. Quelli di altre religioni... Certamente, se vivono con fede profondamente la propria religione, ha vissuto pienamente. A noi cattolici sarà chiesto molto di più. Tante volte ho citato l'episodio riferitosi alla Madonna di Medjugorie. Alla domanda di un veggente, su chi fosse il più santo, ecco la risposta sconcertante: una donna musulmana. Dobbiamo imparare da tutti! Non abbiamo diritto di ergerci a giudici degli altri, perché nello stesso momento in cui lo facciamo, manchiamo di umiltà e l'umiltà è la base della carità. Quante volte nei riti iniziali della santa Messa, ci battiamo il petto e chiediamo perdono a Dio, ai fratelli tramite il confiteor? Diciamo di aver peccato per nostra colpa... Ma crediamo a quello che diciamo? Il cristianesimo deve avere come basi la carità e l'umiltà, altrimenti rimane vuoto.
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