Tanti hanno in mente che i teologi, visto che “conoscono” o presumono di conoscere Gesù, amano Dio più intensamente. No, non è vero. Se è per questo anche Giuda Iscariota conosceva e stava con Gesù ma non ha creduto alla misericordia di Dio.
Tanti teologi possono non credere in Dio, anzi, possono addirittura perdersi perché, cercando di entrare nel suo mistero, il loro animo può incorrere in dubbi terribili e, questi, provocare una lacerazione interiore, una crisi dagli esiti fatali.
Quindi, vediamo tanti studiosi lambiccarsi la mente sul periodo della nascita e della morte di Cristo senza preoccuparsi di pregarlo e amarlo.
Cosa cambia sapere che Cristo è nato davvero il 25 dicembre? Tanto ormai hanno accertato la sua presenza storica: ne hanno parlato ampiamente gli storici latini e, quindi, non si può più affermare che non sia esistito. Pure Paolo, san Paolo, era un non credente... colui che ha scritto le lettere che difendono il cristianesimo. Come fariseo praticante, non avrebbe avuto alcun motivo a raccontare storie sulla sua visione e conseguente cecità! Sarebbe stato a suo discapito.
Ci sono stati dei testimoni che ne autenticano l'accaduto.
La faccenda delle date è un po' una discussione inutile che non entra nella sostanza della fede la quale rimane ancorata all'evento storico della morte e resurrezione di Gesù.
Prestar fede, aver fiducia, in coloro che hanno raccontato l'evento chiave della Resurrezione è fondamentale...
1 commento:
Non dimentichiamo poi che il più grande teologo, nel senso di persona che fa discorsi su Dio, è il diavolo. E lui Dio lo conosce molto bene!
Pace e benedizione. E soprattutto Buona Settimana Santa
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