mercoledì 29 febbraio 2012

Una risposta anche dalla psicoanalisi


Spesso facciamo confusione riguardo a psicologi e psicoanalisti, di tutti ne facciamo un fascio, ma c'è, fra loro, una differenza fondamentale. Lo psicoanalista è colui che studia l'inconscio e se, da una parte, alcune teorie della psicoanalisi sono discutibili, possono essere comunque fonte di riflessione. Qualsiasi libro o film può dare spunto di riflessione, basta accostarsi ad esso con senso di criticità e non come una spugna pronta ad assorbire indifferentemente ogni liquido. Per criticità s'intende capacità di giudizio.
Riguardo all'aborto, oltre a spiegarne le dinamiche interiori che spingono ad agire in tal maniera, affronta in modo significativo il rapporto “madre – figlio”. La psicanalisi spinge la madre a parlare con il proprio figlio fin da quando è nel grembo e afferma che tra questi vi è un rapporto inscindibile: anche se il bambino viene adottato e gli si cela le proprie origini, il suo inconscio ne rimane consapevole e il passato riaffiorerà in modo inatteso e sofferto.
La psicanalisi sembra restituire al bambino la dignità fin dal grembo. Con forza sottolinea che il bambino è in grado di comprendere alcune realtà e presenta alcuni esempi eloquenti. Mi riferisco all'esperienza della psicanalista Françoise Dolto.
Una giovane neo mamma aveva perso la mamma da poco. Lì per lì aveva accettato il grande dolore del lutto, ma di fatto esso si ripercosse nell'andamento domestico della giovane mamma privata dell'aiuto materno che si era rivelato fondamentale. La mancanza di questo era stata fonte di disgregazione. La neonata, di fatto, non poteva capire tutte queste cose, eppure cominciò a diventare anoressica e a rifiutare il cibo. Ecco un esempio eloquente del rapporto stretto tra madre e figlio.

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