L’errore più madornale di colui che è affetto da fariseismo, in realtà è così fine che pochi si accorgono di possederlo, anche se è correlato con il guardare l’operato degli altri. Si pensa erroneamente che le virtù siano nostre. Pensiamo di possederle! È un errore estremo che fa agonizzare l’anima: l’induce ad entrare nello scoraggiamento più profondo qualora cadesse in qualche difetto. Automaticamente, si è portati a giudicare il prossimo: perché lui stesso non impiega la nostra stessa fatica? Difficile davvero diagnosticare la malattia del fariseismo. Ci sono però certe categorie che sono chiamate per dovere a correggere, come il Papa, i superiori delle comunità, i parroci. Sono i pastori delle comunità e quindi sono chiamati a dover rispondere delle anime a loro affidate… E guai se non lo facessero! Chi scavalca queste autorità, deve essere più che guardingo nel muovere un’osservazione al proprio fratello. Deve valutare approfonditamente ciò che lo muove, se è il suo amor proprio, oppure il non tollerare la diversità, la gelosia, il fariseismo, cioè la superbia.
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