"Il dolore abbracciato, rende liberi".
Proprio quest'estate ho letto la biografia di Chiara Badano, la giovane Gen, morta a soli 18 anni, per un osteosarcoma alla spalla. La sua vita, il suo sorriso soprattutto, me la rendono vicinissima. Il fatto poi che sia nata a Sassello ancora di più. E' impressionante come la mia vita si sia intrecciata con quella di Mario Filippo Bagliani e di Chiara Badano, morti entrambe per un tumore. Storie diverse, stesso male. Ognuno nella sua vita vive la fede con le sue sfumature relative al proprio carattere che Dio non si permette di cancellare. Ciò che rende importante l'uomo, non è tanto il suo involucro, il corpo, destinato a scomparire, a dissolversi nelle spire del tempo, ma è l'anima e i doni che Dio fa ad essa. Le due frasi che ho riportato, sono proprio di Chiara Badano. Le sento mie, sono come la linfa che nutre la mia vita interiore e che piano piano le dà l'energia per andare avanti. Il dolore abbracciato, non sopportato, non subìto, rende liberi. E la malattia è un grande dono di Dio per l'anima. Immergo le mani in quest'acqua che è il dolore e che lentamente si sta purificando, fino a lasciar scorgere il fondo e più si va avanti, più vedo e raccolgo quelle perle preziose che il buon Dio ha preparato per me. Il dolore spoglia di tutto, anche della pretesa di essere perfetti nello spirito, mostrando a sé e agli altri che in realtà, anche le virtù non appartengono a noi, ma sono grazia esclusiva di Dio...
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