lunedì 27 febbraio 2023

Consumismo e cristianesimo

 La cultura di oggi è quella del fare, del produrre: se tu non produci, non vali nulla. Il cristianesimo rovescia questa mentalità materialista e afferma che i poveri di spirito, i misericordiosi, gli operatori di pace, sono i prediletti dal Signore. Vi è una rivoluzione non da poco, perché apparentemente l'Occidente sostiene alcuni valori del cristianesimo, quale la pace nel mondo, i diritti dei bambini... etc, ma lo sbaglio più grande è che non si fondano sul Vangelo, per cui non hanno stabilità né sono duraturi. Ciò che ha la supremazia è appunto il produrre a tutti i costi e questo scatena nella psicologia di ogni uomo lontano da Dio, la competizione a tutti i costi, il desiderio del potere... e dicendo solamente questo, già si capisce che ne consegue la scarsa empatia, la superbia, l'incapacità di mettersi in ascolto. 



Questi tempi infatti sono caratterizzati da una frenesia eccessiva che non ti lascia il tempo di meditare, di riflettere e nel caos, spesso e volentieri, Dio tace. Non riusciamo nemmeno ad ascoltare noi stessi, il nostro cuore, per cui tutto diventa materiale: mors tua, vita mea. 

Un giorno, però, non ci servirà essere dei grandi letterati, musicisti, lodati dagli uomini, perché saremo solamente noi davanti a Dio che ci chiederà, come a Caino: cos'hai fatto di tuo fratello? E qui l'abisso sarà enorme...

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