I cristiani devono impegnarsi nel
sociale, non devono nascondersi nelle Chiese, intese come edifici,
per pregare solamente e intanto godersi la tranquillità. Il
cristiano deve impegnarsi per rendere la vita migliore, deve in
qualche modo sporcarsi le mani. Lo fecero tanti santi in passato,
basti citare il famoso e stimato don Bosco che seppe conquistare alla
sua epoca i favori del ministro dell'Istruzione per la sua azione
profondamente umanitaria. Il cristiano deve impegnarsi nella
politica, non può lavarsene le mani, per paura di essere giudicato
da persone senza scrupolo che in realtà, tante volte, troppe,
trapelano la loro ignoranza. Einstain aveva detto bene: più si sa e
più si ha la consapevolezza di non sapere, di avere molto da
imparare. Così dovrebbe essere il nostro atteggiamento: essere
scolari di una vita che ha sempre da insegnarci qualcosa. Il vero
sapiente è davvero colui che sa di non sapere.
Il cristiano, insomma, non deve seguire
un politico perché simpatico, ma perché si fa fautore delle idee
della Chiesa. Non deve arretrare in nome di quei “Patti
Lateranensi”: abbiamo tutti il diritto di affermare le nostre idee,
anche i Cattolici. Chi nega la libertà degli altri, nega la propria
e afferma la sua più profonda ignoranza e tirannia, pure in un clima
di democrazia come c' è adesso.
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