Oggi è la festa di Cristo Re e con
essa si conclude l'anno della Fede, con una celebrazione suggestiva
che vuole richiamare alle nostre menti il momento in cui siamo stati
battezzati. Durante la rinnovazione delle promesse battesimali, si
sono accese le candele, come capita il Sabato Santo. La fiamma viene
alimentata da quella del cero pasquale. Il prete accende la sua
candela e poi offre la luce al popolo. È un segno importante. Questo
mi ha rammentato alcune parole di Gesù prima di consumare la Pasqua:
“Sono venuto sulla terra per portare il fuoco sulla terra e come
vorrei che fosse già acceso!”
È il fuoco della fede e dell'amore. Senza fede non c'è vero amore e senza amore non c'è vera fede. Il sacerdote accende la sua candela con la fiamma del cero pasquale. È solamente Cristo che accende nel cuore dei credenti la fede, ma è il sacerdote che in quel momento, come ministro, lo rappresenta, quindi è lui che comunica ai fedeli la fiamma che accende le candele degli astanti. Dovremmo accenderci a vicenda nel cuore la fede in Dio. È una fiamma che non va soffocata, ma va comunicata.
Il
vangelo di oggi, poi, c'invita a meditare sulla grande misericordia
di Dio nei confronti dell'uomo. È il vangelo del buon ladrone. Forse
toccato dal modo in cui Gesù sopporta il supplizio della croce
ingiustamente, il ladro si converte. Difende Gesù di fronte al suo
compare e fa la sua professione di fede: “Ricordati di me quando
entrerai nel tuo Regno”
Bellissima
questa professione di fede che in una piccola frase racchiude la
storia conclusiva di un uomo che ha rubato e ucciso. Nonostante il
suo passato, ha fede nella misericordia di Gesù, comprende, al
contrario dei Farisei, che il suo Regno è un regno spirituale del
quale sta per varcare la soglia. Rende palese la sua fede in un
momento estremo in cui sta pagando delle sue malefatte e viene
esaudito. Per lui il paradiso si concretizza nell'oggi dell'eternità.
E ci voleva tanta fede da riconoscere in quel corpo straziato un re!
Nessun commento:
Posta un commento