Questa domenica è cominciato
l'Avvento, il periodo in preparazione al Natale. Così come la
Quaresima, l'Avvento ci esorta ad esercitare e coltivare le virtù,
soprattutto la regina di tutte: la carità. Non dobbiamo dimenticare,
però, che la carità trova terreno fertile in un cuore umile.
L'umiltà è una virtù umana e “divina” insieme. Al giorno
d'oggi è stata relegata nel museo del tempo andato, in mezzo a
cianfrusaglie, piena di polvere. Dovremmo riscoprirla e darle il
posto che le compete, ovvero tra le virtù fondamentali per il
cammino personale verso la perfezione. I grandi filosofi, cristiani e
non, hanno affermato che non esiste la staticità, che tutto si
muove, si evolve. È vero. Anche san Paolo in una lettera aveva
osservato che tutto è in divenire: da adulto si abbandonano certi
atteggiamenti aventi da bambini, sarebbe stupido mantenere un
comportamento infantile! Può anche darsi che alcuni aspetti del
nostro carattere siano rimasti infantili, ma questo non vuol dire che
sia giusto. C'è poi l'infanzia spirituale di cui ha parlato pure
Gesù. Non vuol dire che dobbiamo rimanere o ridiventare come eravamo
da bambini! Tutto subisce un'evoluzione, che lo vogliamo o no. Basta
osservare la natura: il tempo, che pure è una cosa astratta, è una
realtà determinante della nostra vita. Essa fa in modo che il creato
subisca la corruzione o evolva. Niente rimane stabile, tutto è
soggetto alla precarietà. Ciò emerge continuamente nella nostra
stessa storia: nasciamo che non sappiamo fare altro che piangere
quando abbiamo fame o sete, dormire quando ci sentiamo stanchi e ci
ritroviamo da adulti ad essere capaci, nei limiti della
sopravvivenza, ad essere capaci di comandare ai nostri bisogni e
istinti primari. Ecco perché la maturità umana è trovare
un'armonia tra tutti i nostri bisogni, ciò che noi vogliamo e quello
che possiamo realmente fare. Non possiamo dare libero sfogo a tutte
le nostre esigenze, bisogna in qualche modo saperle discernere,
comandare, altrimenti diverremo schiavi del nostro corpo. Qualche
volta non sono i più acerrimi nemici a renderci schiavi, ma è il
nostro stesso corpo. Bisogna amarlo veramente, perché tempio dello
Spirito Santo, non bisogna maltrattarlo, ma educarlo sì. Non
lasciamo i bambini fare tutto ciò che vogliono quando li vediamo in
pericolo, ma facciamo capire loro ciò che è il vero bene per loro
che tante volte non corrisponde al suo volere... Anzi, il più delle
volte è sempre il contrario. Così accade a noi. Il nostro vero bene
non corrisponde a ciò che noi vorremmo. Non si può passare il
Vangelo attraverso il setaccio dei nostri capricci. Quando Gesù
affermava che per entrare nel Regno dei Cieli bisogna entrare per la
porta stretta, intendeva proprio quello. Il Regno dei Cieli e
addirittura la sua comprensione, non è di tutti; è riservata a
coloro che possono e sanno intendere. Non è Lui che fa le selezioni,
siamo noi stessi, quando ci opponiamo ai suoi voleri. Ha poi detto:
“Chi non diventerà come un bambino, non entrerà nel Regno dei
Cieli”. Del vangelo spesso prendiamo ciò che noi vogliamo,
desideriamo un Gesù sdolcinato... ma non lo era. Gesù possedeva un
grande equilibrio e in certe cose, quelle che riguardavano il Padre,
era intransigente. Aborriva prima di tutto la superbia ed è per quel
motivo che si scagliava contro i Farisei, gli Scribi e i Dottori
della Legge, ma apriva le braccia a coloro che erano palesemente dei
peccatori: adulteri, pubblicani... Però dobbiamo convenire sul fatto
che qualcosa nella vita di questi peccatori, una volta che
incontravano Gesù, cambiava. Ricordiamo Zaccheo: quando si arrampicò
sul sicomoro per vedere Gesù, era ancora peccatore... ma quando Gesù
mise piede in casa sua, la sua vita cambiò... “Restituirò tutti i
soldi che ho rubato!” affermò Zaccheo. Non si può incontrare
realmente Gesù e rimanere uguali! Umiltà è verità. Facciamo
verità dentro di noi e non vittimismo... La Madonna gioì nel
Signore quando nel Magnificat esclamò: “Grandi cose ha fatto in me
l'Onnipotente e Santo è il suo nome”
Maria non dice che Dio ha fatto un gran
pasticcio nella sua anima! Non può dirlo perché ciò non
corrisponderebbe a verità... Però afferma che è il nome di Dio ad
essere santo e che lei è solamente il riflesso della sua santità.
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