L'unione con Dio è sempre un argomento complesso e, nello stesso tempo, semplice. Il modo per unirsi a Dio è la preghiera, ma deve essere autentica, altrimenti rimane un noioso elenco di parole svuotate miseramente del loro significato. Possiamo dire grandi parole, concetti profondi, dire rosari su rosari, non mancare di recitare le Lodi e i Vespri, di andare a messa, ma poi, stringi stringi, la nostra vita di fede si limita a quello. Qual è quindi il termometro della nostra vita spirituale? La risposta è semplice ed immediata, ma anche questa è nello stesso tempo complessa: l'amore verso il prossimo. Questo è sicuramente il termometro che segna il nostro amore nei confronti di Dio. Certamente noi possediamo dei limiti, non possiamo nasconderlo. Il nostro amore sia verso Dio che verso il prossimo sarà comunque imperfetto. Eppure dobbiamo avere tale tensione nel nostro cuore, se davvero abbiamo nel nostro spirito il desiderio di unirci veramente a Dio.
Preghiera. Ci sono quelli che non usano mai formule e non vanno a messa, tanto Dio è ovunque. D'accordo, Dio è ovunque, ma è Gesù stesso che ha istituito l'Eucaristia, la Riconciliazione. Sapeva che noi uomini, essendo composti da corpo e spirito, abbiamo bisogno di segni tangibili. Non possiamo vivere solamente di spirito. Andiamo avanti per un po' e poi ci accorgiamo che forse, i nostri sono lunghi monologhi. Ci vogliono le preghiere già composte. Gesù spesso si ritirava a pregare. Lui amava veramente il Padre e aveva il bisogno di stare con Lui, ed è lui stesso che ha insegnato agli uomini che cosa dire nella preghiera: il Padre nostro. Se fossimo stati in grado di pregare per conto nostro, senza schemi, non avrebbe insegnato loro il Padre nostro. E poi l'Eucaristia... Senza Gesù non possiamo far nulla. Non possiamo tralasciare di ricevere l'Eucaristia, nella quale vi è vivo e vero, Gesù. Lui ci aiuterà nel praticare la vera carità.
Poi ci sono quelli che se non stanno agli schemi, muoiono. Talvolta sono schemi senza scheletro, perché appena usciti dalla Chiesa, aggrediscono e calunniano il prossimo. Quella preghiera non è valsa a molto. Non è stata vissuta nel vero senso della parola. Il corpo senza spirito non vive.
Il segreto sta nell'equilibrio di tali tendenze, difficile da realizzare ma che è la chiave di tutto.
La carità non è filantropia, nasce dal desiderio di spezzare il pane con i fratelli, così come avviene nell'Eucaristia. Per questo l'amore verso Dio non può essere scisso da quello verso il prossimo. Ai nostri tempi di benessere rimane forse difficile comprendere il gesto dello spezzare il pane di Gesù. Non era simboleggiato il superfluo in quel pane, ma lo stretto necessario per vivere. Quindi, per amare gli altri come Dio ha amato noi, è dare tutto di noi stessi, non le briciole che cadono dalla nostra lauta mensa. È difficile, senz'altro, non è facile, ma è un cammino da compiere ogni giorno. Pregare è mettersi davanti a Dio, ascoltarlo per poter vivere appieno il vangelo, saper dare tutto di noi, senza riserve... Come avere questo programma e non comprendere che non arriveremmo mai con le sole nostre forze a concretizzarlo?
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