Pochi giorni fa, ho ascoltato tramite Radio Maria, la lettura di una lettera indirizzata a don Tonino Bello. Era una lettera particolare, strana, che riportava l'eco di un certo farisaismo. Essa si riferiva al contenuto delle prediche di don Tonino Bello che esortavano gli emarginati, i peccatori, gli ammalati a credere all'amore di Dio, a sentirsi i prediletti. Il mittente si lamentava di sentirsi un escluso dal'amore di Dio in quanto conduceva un'esistenza serena, ordinaria, ricca anche di soddisfazioni donategli dai figli, piena di salute. Umh... c'è qualcosa che non va nel ragionamento di quest'uomo. Don Tonino Bello rispose che tutti, anche se non si è particolarmente provati, sono amati da Dio e gli fece notare che tutti noi abbiamo bisogno di Dio perché possediamo delle povertà, forse non così evidenti, come il peccatore o l'ammalato. Abbiamo cioè, indistintamente bisogno del medico spirituale, Gesù, perché segnati dal peccato.
Quella lettera non riproponeva la preghiera del Fariseo al Tempio perché non c'era traccia di ringraziamento, ma vagheggiava un'esclusione dall'amore di Dio e sembrava avere il sentore dei sentimenti del figlio maggiore della Parabola del filgliol prodigo. Nessuno può sentirsi giusto davanti a Dio, come in effetti non lo è. Chi si crede giusto è perché non ha mai sperimentato la era preghiera e non si è mai avvicinato realmente a Dio. Basta esplorare sinceramente la propria anima per comprendere quanto essa sia incline al male o nel pericolo di cadere! Egli ama tutti e tutti siamo poveri e ammalati se non nel corpo, nello spirito... E se pensiamo di non sbagliare mai, siamo dei poveri accecati ai quali Dio non riuscirà ad aprire mai gli occhi. Poveri... poveri illusi che punteranno il dito verso Dio e i fratelli!
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