Non sempre se aiutiamo
qualcuno compiamo atti di carità. Spesso si fa confusione tra carità
e giustizia e si pensa che quando facciamo del bene sia sempre
carità. Non è affatto così. Prendiamo ad esempio un ricco e un
povero. Il povero lavora duramente e possiede comunque pochissimi
soldi. Il ricco, invece, lavora di meno. Questo decide di donare al
povero parte dei suoi beni. Egli compie un atto di giustizia e non di
carità. Nel mondo accadono
infatti molte ingiustizie. Ad esempio il divario tra il nord e il sud
del mondo. Non è giusto: quindi se il nord aiuta il sud del mondo, è
un atto di giustizia e non di carità.
Trasferiamo
questo discorso in un ambito ristretto, quello delle nostre vite,
riguardo, però, alle cose spirituali. Non tutte le malattie o dolori
provengono da un'assoluta santità, talvolta sono conseguenza del
nostro peccato. San Luca lo esplicitava molto bene nel suo vangelo.
Quando racconta le più disparate malattie che Gesù, lungo il corso
della sua vita terrena, si trova a curare,distingue bene tra malattia
derivante dal peccato, dal demonio, dal desiderio di riparare il male
fatto dall'umanità. Attualmente il discorso sulla giustizia di Dio,
ci fa storcere il naso, ma in fondo la carità si fonda sulla
giustizia. Sarebbe ridicolo che Dio desse il paradiso senza faticare
a coloro che per tutta la vita si è dato al libertinaggio, sarebbe
un atto contro giustizia che farebbe dubitare il più grande santo di
questa terra, tanto che i santi di volta in volta, tutti quanti,
hanno testimoniato l'esistenza del Purgatorio e dell'Inferno, anche
quelli che hanno predicato la misericordia di Dio! Trasferiamo ancora
una volta questo discorso nel contesto di vite cristianamente
impegnate e quindi riguardo a peccati o mancanze più piccole.
Riflettiamo ciò che accade più volte nelle nostre vite. Un esempio
pratico per intenderci meglio. Critico chi sta accanto a me perché,
secondo me, ha inventato una malattia... ahimè, il giorno dopo viene
una male anche a me e faccio le medesime cose per cui ho criticato
quella persona!!! oppure la critichiamo per qualsiasi altro difetto
ed ecco tac! Il Signore permette che cadiamo nello stesso difetto,
per farci comprendere che non abbiamo agito bene... non certo perché
siamo santi da essere elevati agli onori degli altari! Così,
riflettendo sulla propria vita è semplice, riuscire a capire questo
concetto e l'agire di Dio che, comunque, tramite quella sofferenza,
rivuole condurre quell'anima al bene. Sta all'anima saper discernere
ciò che le sta accadendo e quindi redimersi da quel difetto o
peccato in cui è caduta e perciò saperla offrire per scontare il
proprio peccato e la sua conseguenza, oppure per l'umanità. Dio
permette quella sofferenza per il bene di quell'anima!
L'atto
di offerta pura, la carità di offrire la propria sofferenza per la
redenzione del mondo, avviene in teoria quando non abbiamo più
peccati nostri da scontare. Dio sceglie queste anime elette affinché
offrano a Dio un'offerta pura per redimere i peccatori. E questa è
carità...Non le nostre malattie conseguite al peccato.
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