Ho toccato più volte questo argomento, ma non mi sembra mai troppo, visto le grandi irriverenze che si compiono. Vorrei raccontarvi prima di tutto un'esperienza di padre Pio. Era l'ora di cena e Padre Pio, con il permesso del Superiore, erain chiesa apregare quando ad un tratto sente un rumore provenire dall'altare maggiore. Pensando che fosse il sacrestano, lo chiama redarguendolo di essere là. La voce, però assicura di non essere il sacrestano e racconta di essere un frate che aveva fatto il noviziato in quel convento e che adesso si trovava là per scontare la sua irriverenza nei confronti del Santissimo Sacramento, commessa mentre spolverava l'altare maggiore. Questo dovrebbe indurre a riflettere su come il sentimento di un istante possa incidere sull'eternità se non ci si pente e non si sconta.
Dalla constatazione di molte irriverenze, viene spontaneo domandarsene il motivo. Cosa sta accadendo? Stiamo assorbendo troppo la mentalità del temo, della nostra società. Nella società l'autorità ha perso totalmente o quasi il potere, anche quando si parla di famiglia.
!Io vado al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio Vostro" All'epoca il padre aveva un grande potere... Ma Gesù puntualizza bene che è Padre, ma è pure Dio!
L'amore per l'uomo l'ha spinto a prendere sembianze umane e lo ha spogliato della sua stessa dignità, o almeno del concetto che abbiamo noi di dignità. Basti pensare alla Sua Passione. Chi avrebbe detto che era Dio? La Sua passione si perpetua nei Tabernacoli dove viene dimenticato, offeso pure dai suoi discepoli. Così come allora viene spogliato della sua divinità.
Ecco, forse, qual è il nocciolo della questione: nei nostri atteggiamenti, non lo riconosciamo pienamente Dio e non comprendiamo che tra noi e Lui c'è una certa distanza, riempita, invero dal suo grande amore.
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