Ed ecco che nelle indagini sull'omicidio di Yara, spunta l'ipotesi, orribile, di una ragazzata, una ragazzata finita in tragedia. Fa ancora più nervoso e pure riflettere: se fosse stato un pazzo ad ucciderla, sarebbe stato diverso, la pazzia è una malattia... ma un gioco...
Un tempo Gesù osservò che dai frutti si può riconoscere l'albero. Dai frutti, possiamo quindi conoscere la società, una società che, per gioco, distrugge un'intera famiglia! Incredibile davvero!
Non si pensa alle conseguenze dei propri gesti, si mette a repentaglio la propria vita e quella degli altri, con una rapidità che sa di un'insana coscienza e di un'incapacità di valutare le situazioni. Perciò...
La vita come un gioco, una recita continua in uno scenario che muta sempre. E' un attimo che fugge, durante il quale si prova l'ebbrezza sensazionale e che poi viene gettato alle spalle. In quell'attimo è lecito fare tutto ciò che si ritiene opportuno, sventatamente, senza pensare alle conseguenze indelebili: la parola che diventa l'assoluto e getta nel baratro della disperazione o dell'euforia; il sentimento che diventa passione travolgente, capace di togliere la vita o di rovinarla per sempre. Ma come si può gettare nell'immondezzaio, per un solo attimo, una cosa così meravigliosa che è la vita?
Nessun commento:
Posta un commento