A volte la vita è intrisa di una sorta di malinconia nostalgica. Il passato, come un quadro meraviglioso, si tinge di colori stupendi, si riempie di armonie celestiali. Esso è tale perché è come un film che abbiamo già visto. Vissuto al presente ci creava tanta suspance, come quei film in cui non ci capisce mai chi è l'assassino, (Pippo direbbe che è l'assassino è il maggiordomo), ma visto da quello che era futuro e adesso è diventato presente, è una piacevole e sicura replica, che può essere tragica quanto vuoi, ma ne conosci la fine. Il passato affascina perché in realtà è un film di cui conosciamo il finale. Il presente ci dona le sue inquietudini, pesanti o meno e a volte sembra chiederci di fare un salto nel buio. Qualche filosofo diceva che il presente in realtà non esiste, perché nello stesso tempo in cui lo pensi esso è già diventato passato. Nel presente, però, nascono alcuni sentimenti, sofferenze o gioie che durano nel tempo. Piccoli periodi, scorci di tempo, che sono comunque destinati a terminare ma tuttavia hanno il sapore dell'inquietudine, dell'avventura o della tragedia. Spesso non si vive il presente intensamente, perché troppo presi dalla paura del salto nel buio del nostro futuro. Lo vediamo simile ad una voragine che inghiotte i nostri sentimenti. Gesù ci esorta a non pensare al futuro ma ad affrontare il presente: affliggersi per il futuro non ha senso: il presente ha già le sue inquietudini... Ed ecco la meraviglia della fede cristiana: le parole che Gesù pronuncia dopo, intrise di una grande speranza e gioia: "Non vi preoccupate di ciò che mangerete o di ciò che vestirete, il Padre vostro celeste sa di cosa avete bisogno, prima ancora che glielo chiediate. Non vedete come vestono i gigli del campo, non tessono, eppure nemmeno Salomone in tutto il suo splendore, vestiva così. Cercate il Regno di Dio ed il resto vi sarà dato in aggiunta".
Bellissima filosofia di vita e viverla fino in fondo toglierebbe parte della nostra inquietudine e ci farebbe gustare il tempo presente. Carpe diem...Cogli l'attimo. Vivi l'attimo fuggente, perché se lo lasci fuggire troppo in fretta lo chiamerai passato e ti accorgerai in un istante, che non hai assaporato nulla di ciò che invece era dolce come il miele....
De Andrè, in una canzone, ha asserito che gl'istanti più belli fuggono, durano poco:
E come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose.
Proprio perché sono belli, essi fuggono, ci lasciano il sapore della nostalgia. Talvolta, però, non ci accorgiamo che possiamo creare noi gl'istanti più belli, costruire qualcosa di straordinario nell'ordinarietà, decidere di essere felici, nonostante tutto.
Capita anche che dall'alto del nostro presente, il passato, proprio quello che quando era presente, ci aveva fatto tanto penare, è stato un attimo prezioso della nostra vita, grazie al quale non saremmo ciò che siamo adesso... Certo, un cumulo di difetti, ma un prodigio di Dio....
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