Chi sta a contatto con Cristo, sa bene che è difficile rimanere uguali. Egli interpella, mette in discussione e, come un turbine, sconvolge la nostra vita, spezzando le catene dell'egoismo. Importante nella vita cristiana è crederlo vivo e presente. Non deve diventare una sterile filosofia di vita: siamo fortunati, Dio ci ama e forse non meditiamo e non crediamo abbastanza a questo. Sì, lo vediamo ancora sulla croce, sappiamo che ci ama e che dobbiamo amare i fratelli... Ma, a volte non c'interpella fino in fondo, non crea quella crisi necessaria al mutamento radicale di vita. C'imponiamo stili che abbiamo appreso, ma non ci accorgiamo che, come una macchia d'olio, galleggiano sull'acqua della nostra esistenza, inquinandola e non andando in profondità. Agiamo con leggerezza perché, in realtà, manchiamo di fede vera in Dio. Ogni peccato, oltre che ad essere mancanza di carità nei confronti di Dio, è mancanza di fede: camminiamo ancorati alla terra, sprofondati nelle nostre sicurezze, incapaci di spiccare quel salto che ci permetterebbe di prendere il largo, di credere nell'impossibile. Pensiamo che tutto il bene che compiamo sia nostro. Dio nelle nostre virtù, c'entra poco o niente. Il nostro cammino è il miglioramento tipico di uno scolaro che tenta di fuggire le grane delle sgridate dell'insegnante. C'è molto di più, anzi, ci perdiamo il più bello della vita cristiana che è scommettere il tutto per tutto per conquistare Cristo. San Paolo diceva che reputava tutto spazzatura rispetto a Cristo, perché lo aveva incontrato realmente. Si può incontrare Cristo senza lasciarlo entrare nella nostra vita. Un esempio lampante sono i farisei. Anche loro, come i discepoli, hanno incontrato Cristo, ma non l'hanno accolto, non hanno spalancato le porte del loro cuore come fece invece Zaccheo. Allora, spalanchiamo le porte dei nostri cuori, facciamolo entrare nella nostra vita, nelle nostre gioie e nei nostri problemi ed Egli ci farà gustare le gioie più vere della vita cristiana.
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