Ricevere il perdono è un dono. È una realtà a cui non pensiamo mai, su cui non ci soffermiamo mai, eppure è vera e sacrosanta.
Spesso pensiamo che tutto ci sia dovuto, soprattutto quando stiamo passando momenti di intensa fragilità spirituale. Ciò vale anche il perdono: secondo noi è un qualcosa che ci meritiamo, che gli altri ci devono dare, perché stiamo soffrendo. Non è così. Il perdono rimane un dono e quando riusciamo ad arrivare a scoprire questo, capiamo che tutto attorno a noi può essere un dono. Già, quando ci abituiamo ad avere qualche cosa o qualcuno vicino, ci sembra normale e scontato e perdiamo di conseguenza il senso dello stupore che Gesù amava tanto nei bambini. Sì, questa è una prerogativa dei bambini, una loro caratteristica che Gesù ha ammirato. Un bambino deve scoprire il mondo per imparare, per conoscerlo e possiede un atteggiamento di disponibilità intrinseco che per certi versi, l'adulto ha perso. Immaginiamo di avere davanti a noi un pacco da scartare. Cosa accade? Sentiamo forte il desiderio di aprirlo per scoprire cosa c'è dentro e, quasi quasi, apprezziamo un regalo di minor valore ma da scartare e scoprire, che un dono prezioso ma che sappiamo già che ci sarà dato. Per il bambino tutto è una sorpresa, tutto genera in lui uno stupore piacevole suscitante una gioia ed esuberanza meravigliose. Un famoso canto di chiesa diceva: “E accoglierò la vita come un dono... e avrò il coraggio di morire anch'io....”
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