Oggi
è la solennità del Sacro Cuore. Gli eventi straordinari legati alla
Pasqua sembrano aver trovato un degno epilogo: ciò che pareva una
sconfitta si è rivelato come un nuovo inizio per la vita dell'uomo.
Durante
la Passione di Nostro Signore, lo sgomento si era impadronito dei
discepoli, rendendoli paurosi ed increduli. Colui che proclamava
l'amore del Padre, che aveva compiuto tanti miracoli nel Suo Nome,
era morto così violentemente gettando il silenzio su tutto ciò che
durante la sua vita terrena aveva compiuto. I discepoli non avevano
compreso un bel niente di quello che aveva detto loro il maestro nel
corso della sua vita terrena. Chi ha raccontato le “uscite verbali”
dei discepoli voleva sottolineare come l'azione di Dio sia
fondamentale nella virtù teologale della Fede.
Chi
si è convertito al cristianesimo dopo un lungo periodo di lontananza
riesce bene a comprendere ciò che gli evangelisti vogliono
comunicare ai lettori. Lo scrittore, il convertito, tiene molto a far
notare la propria incredulità per risaltare l'intervento
straordinario di Dio nella loro vita. Infatti, chi si converte, sente
la concreta e potente azione di Dio e come il Suo fascino si sia
impadronito prepotentemente del loro cuore, senza lasciare più posto
se non per l'amore di Dio.
Dopo
gli eventi catastrofici della morte violenta di Cristo sulla croce, i
discepoli stanno chiusi nel cenacolo per timore dei Giudei. Coloro
che hanno condiviso la vita terrena di colui che hanno ucciso, temono
di subire la stessa sorte dolorosa. Non è così. Almeno non in quel
momento. Non avrebbero potuto sopportare una morte così ignominiosa
senza rinnegare il Figlio di Dio. In quel momento vivevano un dramma
che nel corso dei secoli tanti santi hanno vissuto: il dramma del
dubbio, della sensazione di aver perso tempo davvero, come
insinuavano i dottori della Legge, dietro ad un uomo che questi
ritenevano un impostore. Loro però avevano vissuto momenti
bellissimi accanto a Lui, sentito la presenza di Dio Padre, sebbene
non avessero capito un gran ché di ciò che aveva insegnato. Si
proclamava il liberatore... ma di che cosa non avevano compreso bene.
Ed
ecco che entra in gioco la potenza dello Spirito Santo, il gran
dimenticato di oggi. Già, perché per noi è valso ciò che aveva
detto Gesù un giorno a Tommaso: “Tu credi perché hai visto! Beati
coloro che crederanno pur non avendo visto!” e.... siamo noi coloro
che credono pur non avendo visto. Qualcuno afferma erroneamente che
vorrebbe vivere al tempo di Gesù per rafforzare la propria fede,
dimenticando appunto che i discepoli facevano molta più fatica a
credere in lui rispetto a noi. Ripeto che, dalle risposte riportate
dagli evangelisti, i discepoli avevano fatto persino perdere la
pazienza a Gesù che impiegava tutto il suo tempo ad annunziare
l'amore di Dio Padre e a dire che Lui era Figlio di Dio.
Entra
in gioco la potenza dello Spirito Santo, (Pentecoste) l'amore del
Padre e del Figlio che solo Gesù poteva dare all'uomo e che
permetterà ai discepoli di vivere fino in fondo il messaggio del
Vangelo, di comprendere gli insegnamenti di Gesù. Volenti o nolenti,
dobbiamo riconoscere che il merito della nostra fede, oltre che darlo
per l'un per cento alla nostra ragione, è opera dello Spirito Santo.
Quindi
la solennità della Santissima Trinità. Il Padre ha mandato il
Figlio sulla terra per rendere più comprensivo all'uomo il suo
amore, amore che è divino, non teme nulla, affronta la morte e la
vince. Non è l'amore umano anche se questo è un riflesso di quello
divino, essendo stati creati a sua immagine e somiglianza. L'amore
divino, però, abbatte quell'egoismo con cui l'amore umano si
mescola: gelosia, tradimenti, ricerca di un proprio tornaconto....
etc...
Esiste
una Trinità perché deve esistere una comunione fra le persone, una
sussidiarietà che si china e spiega l'amore. Nella chiusura
dell'uomo non c'è amore.
Gesù
è sulla croce. In quel momento dolorosissimo ha spiegato tutto
dell'amore del Padre, ha svelato il suo progetto nei confronti
dell'uomo e i sentimenti del proprio cuore. Gesù ha subito delle
sofferenze atroci rispetto agli altri condannati alla morte di croce
e quindi, quando arriva il tempo di spezzare le gambe e ritirare i
corpi, Gesù era già morto. Per assicurarsi della morte reale di
Gesù e quindi la Risurrezione diventa ancor più credibile, un
soldato romano affonda una lancia nel costato di Cristo per colpire e
spaccare il suo cuore. Per gli astanti, per Maria è un ulteriore
dolore: la profanazione del corpo di chi si ama. Eppure è un gesto
simbolico straordinario: Gesù con la morte di croce ha svelato tutto
del suo cuore, ha dato i suoi tesori all'uomo e non poteva rimanere
chiuso nel suo torace... La Passione, la sua debolezza estrema era la
chiave fondamentale del suo amore: l'uomo non può meditare la
Passione di Cristo e rimanere lo stesso.
Nessun commento:
Posta un commento