Ho voluto riportare il
discorso di Papa Francesco al “Regina Coeli”, integralmente, così
come è stato pronunciato da lui, perché ritengo abbia numerosi
spunti di riflessione.
Ieri si è celebrata la
festa dell'Ascensione di Gesù al cielo, festa importante per noi
cristiani: infatti, se è vero che senza il venerdì santo non esiste
risurrezione e viceversa, la Risurrezione prende senso e corpo nel
momento dell'Ascensione. Gesù torna al Padre. Come ha detto papa
Francesco il suo lavoro sulla terra termina e viene affidato ai
discepoli che devono continuare la sua missione sulla terra. È bello
pensare che dopo la morte, anche noi raggiungeremo il Padre. Era il
desiderio dei discepoli e deve essere anche il nostro. Bisogna
portare Cristo in ogni ambiente, in ogni circostanza, capendo però
bene che senza di Lui, non ha senso nulla, neppure il bene che noi
compiamo, le strutture che edifichiamo per fare del bene: se non c'è
carità, non servono a null'altro se non a crollarci sulle nostre
stesse teste, come in un terremoto. Il terremoto scuote le case e
semina morte, perché non sono fondate sulla roccia, sulla stabilità
di Cristo. E riporto ancora la parte più bella del discorso del
Papa.
Ai suoi discepoli missionari Gesù dice: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (v. 20). Da soli, senza Gesù, non possiamo fare nulla! Nell’opera apostolica non bastano le nostre forze, le nostre risorse, le nostre strutture, anche se sono necessarie. Senza la presenza del Signore e la forza del suo Spirito il nostro lavoro, pur ben organizzato, risulta inefficace. E così andiamo a dire alla gente chi è Gesù.
E insieme con Gesù ci accompagna Maria nostra Madre. Lei è già nella casa del Padre, è Regina del Cielo e così la invochiamo in questo tempo; ma come Gesù è con noi, cammina con noi, è la Madre della nostra speranza.
Gesù è con noi, fino alla fine del mondo! La vita è una cosa meravigliosa e solamente in Dio ha un significato e si riempie di gioia, qualunque sia il nostro compito. Spesso, invece, si tende a riassumere il cristianesimo in pure regole rigide, spogliandolo della sua stessa anima.... Ci limitiamo a dire: “Se questa persona non segue questa regola non è cristiana o non è santa!”. Dio va al di là di queste pochezze e spalanca le sue braccia di Padre per accogliere ogni uomo perché figlio suo. Ogni uomo ha la sua dignità in quanto figlio di Dio!
Gesù, quando ritorna al Cielo porta al Padre un regalo. Quale è il regalo? Le sue piaghe. Il suo corpo è bellissimo, senza lividi, senza le ferite della flagellazione, ma conserva le piaghe. Quando ritorna dal Padre gli mostra le piaghe e gli dice: “Guarda Padre, questo è il prezzo del perdono che tu dai”. Quando il Padre guarda le piaghe di Gesù ci perdona sempre, non perché noi siamo buoni, ma perché Gesù ha pagato per noi. Guardando le piaghe di Gesù, il Padre diventa più misericordioso. Questo è il grande lavoro di Gesù oggi in Cielo: fare vedere al Padre il prezzo del perdono, le sue piaghe. È una cosa bella questa che ci spinge a non avere paura di chiedere perdono; il Padre sempre perdona, perché guarda le piaghe di Gesù, guarda il nostro peccato e lo perdona.
Il desiderio di Cristo è di spalancare le porte del Paradiso davanti a qualsiasi persona, non le chiude mai... e il nostro destino eterno, lo scegliamo noi secondo questa “regola”, se ci pensiamo bene. Una persona che ha sempre detto di no agli inviti di Dio, in modo convinto e non credendo in Lui, ovviamente, quando sarà in punto di morte e rivedrà la sua vita, sarà assalito talmente tanto dal rimorso, che, se non ripone la sua fede nella misericordia di Dio, andrà dritto all'inferno eterno, scelto da lui stesso. Se invece abbiamo fatto tanti errori, ma abbiamo fiducia nella misericordia di Dio, non avremmo alcuna esitazione e correremo da lui. Lo stesso discorso vale se noi abbiamo un solo errore che preme sulla coscienza. Seppure sia solamente uno, esso davanti alla bellezza e magnificenza di Dio diventa grande e stuzzica i nostri sensi di colpa che non ci permettono di correre incontro a Dio. È qui che entra in gioco la nostra fede nella misericordia di Dio. Se noi abbiamo fede, le porte del paradiso automaticamente si apriranno.
È il discorso del “pentimento” di Giuda. Giuda era veramente pentito del suo errore, del suo tradimento, però non aveva avuto fede nella misericordia di Dio, come invece Pietro aveva avuto....
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