Uno dei tre cardini che sostengono e vivificano la vita spirituale è senz'altro la preghiera. Con essa non solo ci si mette in comunicazione con Dio, ma anche in Comunione, ci si fonde e trasforma in Lui. La preghiera diventa esperienza forte di Dio, solamente se si pratica seriamente. Ed è un'esperienza bellissima che può far raggiungere l'estasi. E' preghiera autentica solo se ne esci trasformato. Gradino dopo gradino la preghiera si trasforma in contemplazione; questa, però, non è completamente sciolta dalla meditazione e dalla preghiera vocale, erché, tante volte è la contemplazione che vivifica come linfa vitale e trasformante, le altre forme di preghiera. Chi ha sperimentato la contemplazione sa che le parole danno quasi fastidio e il cuore si diletta maggiormente nel silenzio...Le finestre dei sensi si chiudono, la vista si appanna e si aprono i veri occhi, quelli dell'anima, sulla realtà eterna. Il protagonista diventa in assoluto Dio che rapisce completamente l'anima. A volte, l'anima, nella profondità del suo silenzio geme, perché la contemplazione le strappa alle realtà temporali e le apre il cuore alla nostalgia di Dio. La contemplazione è l'anticamera dell'estasi. Il culmine della contemplazione è l'estasi: in essa tutti i sensi si chiudono alla realtà terrena che scompare del tutto e aprono gli occhi dell'anima per contemplare Dio. Durante le apparizioni si entra in estasi: i sensi non "funzionano" più perché il corpo e l'anima sono rapite in Dio, in una visione talmente bella e inondante di pace che si vive solo per essa.
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