“E’ un miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili.
Le conservo ancora nonostante tutto perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. … Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità.
Intanto debbo conservare intatti i miei ideali; verrà un tempo in cui saranno ancora attuabili.”
Comincio questo post con la frase di Anna Frank, perché penso sia una bellissima testimonianza di fede da cui tutti noi dovremmo imparare. Tutti conoscono la storia di Anna Frank, non è l'unica, ce ne sono tante altre che andrebbero raccontate, rimaste nell'oblio e nel silenzio, tuttavia mi servo di questa per riflettere su un tratto fondamentale che l'umanità di oggi ha fondamentalmente scordato.... ed è un vero peccato perché si preclude la possibilità di godere pienamente della vita e della straordinarietà delle persone.
Ad Anna il coraggio non mancava di certo. Anna era di fede ebraica, ma ci sono stati tanti preti e tante altre persone che hanno avuto il coraggio di offrire la loro vita in quel periodo storico così buio... e così sconosciuto! Nonostante questo, prendo Anna ad esempio proprio perché è quasi un'adolescente e in quella fase delle sua vita, nel tumulto dei suoi desideri, dei sentimenti che comincia a scoprire in sé, si ritrova chiusa in un appartamento, a soffrire talvolta la fame, la mancanza d'aria e di movimento,la paura di una irruzione delle SS e quindi della sua stessa vita, come d'altronde quella dei suoi cari.
Nonostante questa sofferenza terribile, lei ha il coraggio di guardare al di là del proprio naso, e partecipa alla sofferenza di coloro che sente e sa meno fortunati di lei, che hanno già pagato con le torture, con le violenze, le loro ideologie di libertà, di appartenenza ad una razza o condizione umana... Sa di essere fortunata, questo è incredibile! Allora mi allaccio a quello che ha detto recentemente il Papa: non lamentatevi in continuazione, perché così non vedrete mai il bene che c'è nella vostra vita!”... Già, vivono in una prigione ma non se ne accorgono, in una prigione della quale chiudono il cancello loro stessi e poi... se ne lamentano...
“Basta lamentarsi della società!”ha aggiunto il Papa. Sacrosante parole: invece di lamentarsi bisognerebbe chiedersi: “Ma io cosa ho fatto per migliorare la società? Ho contribuito a migliorarla nei miei rapporti con gli altri?”. Forse no, perché se sono impegnato a lamentarmi degli altri, non mi accorgo assolutamente che io stesso ho fatto del male agli altri e certi atteggiamenti sono la conseguenza dei miei.
Anna possedeva una speranza indistruttibile, non si lagnava di tutto ciò che la circondava anche se ne aveva ben donde per farlo, ma credeva che le persone fossero buone nonostante tutto, nonostante lei avesse conosciuto davvero la cattiveria.
Certamente, anche un'ebrea aveva predicato a soli 13 anni ciò che il nostro Papa continua a ripetere.
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