Ci stiamo avvicinando
ormai alla grande solennità della Pentecoste, l'avvento, cioè,
dello Spirito Santo. In fondo alla Chiesa ho trovato il discorso di
Papa Francesco dell'udienza generale di questo mercoledì. Ottima
iniziativa quella di divulgare le catechesi del papa che
costituiscono il cuore del credo cristiano. Combinazione ha parlato
del dono della Fortezza che ho toccato condividendo il post di
Annalisa Colzi. Ma cos'è la fortezza? È il coraggio di essere
cristiani nonostante tutto. In taluni momenti il dono della fortezza
si manifesta in modo straordinario quando la persona si trova ad
affrontare esperienze particolarmente dolorose che sconvolgono la sua
vita e quella dei suoi cari. Ci sono però tante persone, le più
comuni, che hanno il coraggio di testimoniare la loro fede ogni
giorno, con la fedeltà alle piccole cose, al lavoro, al sorriso
nonostante le difficoltà, le incomprensioni, le prese in giro. Colui
che non perde la sua identità è il vero forte, non certo colui che
si mostra aggressivo. Esso è particolarmente debole, non sa come
affrontare la sua vita e distrugge quella degli altri. Soffre dei
successi altrui. Questa persona non sa di appartenere al diavolo. La
sua diaria è la tristezza che attanaglia il suo cuore. A questa
tristezza dà i nomi più disparati e le cause che sembrano più
logiche, taluni pensano di essere malati mentali (schizofrenia..etc)
ma sono in balia del demonio senza saperlo! Come riconoscerlo? Non è
semplice. Il demonio si nasconde negli anfratti del cuore dell'uomo,
si manifesta soprattutto con una grande avversione verso le cose
sacre e le persone che si mostrano fedeli a Dio; spinge la persona al
suicidio, alla disperazione senza sbocco; desidera il male di coloro
che si sono consacrati o semplicemente sono dedite alle opere di
carità... e soprattutto sa nascondersi molto bene, desidera che la
persona creda fermamente che lui non esista, quasi più che creda in
Dio.
Ci sono state tante
testimonianze di persone che prima erano anche praticanti e poi, per
vari motivi, si sono allontanati da Dio e sono caduti nella
possessione diabolica. Un ragazzo di Roma ha raccontato che si era
allontanato da Dio e da lì aveva cominciato a percorrere una strada
in discesa. Lui, che amava la vita, non desiderava altro che il
suicidio! Non riusciva a capacitarsi di questo e così, per caso,
passò da un esorcista (padre Amorth) che valutò il caso con
oculatezza e comprese che era un caso di possessione diabolica.
È la tristezza il segno
fondamentale che in quel cuore non c'è Dio, sfoga la sua rabbia su
coloro a cui pensa di voler bene per provocarli, farli cadere,
provarli, vendicarsi, ma il risultato di tutto questo è la pura
gelosia e tristezza infinita. Incapace di vedere chiaro nella sua
vita, si diletta del suo dolore, deliziandosi. Sembra anelare alla
gioia, ma non è vero, perché il suo dolore è il modo per attirare
attenzione, e non si rende conto che il male più grande lo fa a se
stesso.
Il cristiano conosce
invece la gioia di vivere, ama che gli altri raggiungano il successo,
siano apprezzati ed amati. Sa che anche dietro a un dolore grande,
come la morte, può esserci la gioia immensa della Risurrezione. Dà,
senza tener conto del male ricevuto e delle prese in giro se ne fa un
baffo facendolo radicare ancor più nel bene e nel suo credo, senza
rinunciare al suo modo di essere.
Il silenzio non cela il
male che c'è dentro un cuore. Alla persona che crede, il silenzio
svela il male dentro il cuore del fratello, lo sente, perché
desidera il bene e l'armonia più di ogni altra cosa.
Nessun commento:
Posta un commento