Una realtà dimenticata da gran parte dei cristiani è il Purgatorio. Spesso la morte è vista come un qualcosa di terribile, che avvenga il più tardi possibile, eppure, vista dal punto di vista della fede, è solamente un passaggio, sebbene doloroso, verso l'eternità.
Non intendo dire che non si debba piangere la morte dei propri cari: padre Pio stesso soffrì molto per la morte della mamma. Dico semplicemente che si debba considerare la propria, una grazia: l'opportunità di vivere pienamente della vita divina.
Ho potuto riflettere nuovamente su questo argomento grazie alla lettura di un libricino su Maria Simma. “Le anime del Purgatorio mi hanno detto...” è un riassunto delle interviste redatte da Nicolas...
È più facile pensare all'esistenza esclusiva di un Paradiso e di un inferno, perché, bene o male, chi pratica, le porte dell'inferno le sono chiuse. Nemmeno questo, però, è scontato. Dà fastidio che rimanga uno scotto da pagare nonostante il nostro impegno. Maria Simma pone davanti ai nostri occhi, altre riflessioni che possono disturbare: modi di fare della Chiesa che sono ormai diventati abitudine. Lei fa riflettere che tali pratiche non sono giuste. Maria Simma non è una moralista. Sono alcuni racconti che lei stessa propone, che fanno affermare che non è un'assertrice senza misericordia delle leggi divine. Non lo è e, per questo, è ancora più credibile.
Si racconta che un uomo, un giorno, si recò da Maria Simma per ottenere una risposta sulla sorte di due suoi defunti: un uomo e una donna. Siccome era l'anno mariano, Maria ricevette subito una risposta dalle anime: la donna era salva, mentre l'uomo si trovava ancora nel più profondo purgatorio.
Con semplicità, la notizia fu comunicata al richiedente. Costui scosse la testa e disse che non era possibile: l'uomo andava sempre in chiesa mentre la donna era morta in ospedale per una pratica anticoncezionale. Maria, lo ascoltò e avanzò l'idea che forse si era sbagliata: durante l'anno mariano infatti, riceveva una gran quantità di risposte, e forse aveva annotato male. Ripropose, quindi, il quesito alle anime le quali risposero che non aveva sbagliato: l'uomo era nel più profondo purgatorio e la donna era già salva!
L'uomo che aveva domandato di tali anime, ricevuta nuovamente questa risposta, non credette più e il villaggio fu messo in subbuglio da questa notizia. Maria Simma affermò che non poteva far nulla: non poteva dire diversamente, visto che erano state le anime a rispondere così. Già questo è indice di onestà: chi usa anche per il bene le bugie è alleato del demonio. Maria non lo era di certo: era sincera anche quando ne andava della stima degli altri. Quanto dovrebbe farci riflettere sull'uso delle bugie purtroppo usate normalmente anche da persone consacrate o impegnate! Per ciò Maria Simma dà fastidio. Dice troppo la verità. Ritornando al racconto delle due persone, una donna che aveva conosciuto molto bene i due defunti e proveniente dallo stesso villaggio, si recò a sua volta da Maria Simma e le raccontò che era vero che quella donna era debole moralmente ma che di questo aveva sofferto molto. Tale difetto era dovuto a tare ereditarie e il prete che la seguì sul letto di morte, asserì con ammirazione che era morta santamente, pentendosi di tutti i suoi peccati. Morì nel Signore e fu seppellita religiosamente. L'uomo, invece, era il primo e l'ultimo in chiesa, ma non smetteva mai di criticare. Ciò che fu veramente vergognoso da parte sua, fu l'atteggiamento tenuto al funerale della suddetta signora. Affermò infatti: “Una simile carogna non doveva essere seppellita al cimitero.”
Terribile quest'asserzione! Allora Maria Simma comprese tutto: “Il Signore non vuole che noi giudichiamo”
Già, non sappiamo mai che cosa avviene in un'anima... Ma quanto spesso accade a chi va a Messa di giudicare!
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