domenica 2 febbraio 2025

Il vero coraggio e forza

 Ieri, navigando tra i real, mi sono imbattuta in una testimonianza veramente commovente di un bambino ammalato di cancro. Era un ragazzino americano e un giornalista lo stava intervistando. Il bambino ha affermato che si sentiva scelto da Dio per soffrire ed era contento che le sue sorelle e i suoi fratelli non passassero per il suo stesso patire. Ciò che davvero mi ha colpito è la sua affermazione di sentirsi onorato per essere stato scelto da Dio a soffrire e che era veramente contento.



A volte si misura la forza di una persona dal fisico, ma c'è un'altra forza, sicuramente più importante di tutte, quella che aiuta ad accettare la sofferenza nella vita. Quando la malattia bussa alla porta della nostra vita, vuole dirci qualcosa, vuole insegnarci qualcosa. Dio ci chiama a qualcosa di grande, perché di solito la malattia non colpisce solamente il fisico, ma coinvolge anche l'anima e la psiche, soprattutto quando ciò avviene quando si è piccoli. La malattia, soprattutto se cronica, insegna giorno per giorno a spogliarsi di sé, a sentire tanti no, a vedere i propri progetti sgretolarsi lentamente, ad affrontare tanti pregiudizi, ma anche incomprensioni. Ti senti senza forze e gli altri ti giudicano senza sapere che la malattia è come un vestito personale, fatto su misura. Quello è l'abito che devi indossare tu, a nessun altro va bene, sebbene altri siano chiamati a soffrire della stessa malattia. 

In un mondo sempre più materiale che tende a scartare chi non produce (a volte anche nell'ambito delle comunità religiose), la sofferenza è proprio quella che lo redimerà, ovviamente quella accettata con amore e generosità... ma veramente, dal profondo del proprio cuore. Di fronte a quest'affermazione, spesso, soprattutto chi è avvezzo alla vita spirituale, pensa che l'accettazione volenterosa della sofferenza debba avvenire immediatamente per diventare santi, invece non è così. Se leggiamo le storie dei santi, soprattutto dei santi più recenti, notiamo spesso che le testimonianze di chi li ha conosciuti, affermano che inizialmente la persona si è ribellata alla malattia, ma poi, è stata considerata come una benedizione. Questa è la vera santità, perché richiede davvero sforzo, coraggio, non quando si accetta la sofferenza semplicemente per farsi vedere santo... o sì, perché può capitare anche questo.

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